a cura di Grazia Russo
Domenica 1 marzo, Prima domenica di Quaresima
Avanza marzo con la zappa in mano,
mentre il colono è oramai a pane e acqua.
Dell’apparenza, non ti fidare:
muta la testa mia come la luna.
In Irpinia, durante il periodo quaresimale, si praticava il rito di “Segalavecchia”. Un gruppo di contadinotti girava per i casolari, portando in spalle un fantoccio di legno, vestito da vecchia. Chiedevano per la vecchia vino, salami, provoloni, e altri doni in natura e intanto intonavano un canto:
“ Sega, sega, vecchia mia,
per mille anni a vossignoria!
E vedi ora alla vecchia che vuoi dare
E se non vuoi darle niente
Statti bene, zia vecchia mia”.
Ultimati tutti i giri il fantoccio di legno veniva segato a metà e poi dato alle fiamme. Secondo alcuni testimoni, la “vecchia” rappresentava la Quaresima, tempo di un lungo digiuno, secondo altri la morte. O forse entrambe come conferma il proverbio: La quaresima è brutta coma la morte!