a cura di Grazia Russo
23 aprile, giovedì San Giorgio, Martire di Lydda
Le pratiche per esorcizzare il malocchio
Protagonisti del cerimoniale sono due: “la vittima”, che accusa lancinanti dolori alla testa, ha fede nel potere scaramantico della giaculatoria e “l’operatore magico”, che per mezzo di formule, gesti e riti, deve procurare benessere e salute alla vittima del malocchio.
Il praticante o la praticante, dopo aver preso un piatto e versato l’acqua, traccia tre segni di croce sulla fronte del “paziente”. Poi versa una goccia d’olio nel piatto, se si scioglie rivela la presenza del malocchio. Quindi passa alla recita della formula:
Occhi, malocchi, controcchi
Forbicine contro gli occhi,
schiatti l’invidia e crepi il malocchio
due m’hanno offeso
tre mi difendono,
le tre presone divine:
Padre, Figliolo e Spirito Santo
E così sia!
Poi si cambia piatto e si ripete tre volte la formula e l’operazione, se questa volta la goccia d’olio non si spande è segno che il malocchio è stato reso innocuo.