a cura di Grazia Russo
28 marzo, sabato Sisto III, papa
Proverbio: Marzo li scuote, e aprile se li porta via.
Il detto, diffuso in Irpinia, si riferiva alle persone anziane che se si ammalavano nel mese di marzo poi sarebbero morte in aprile.
Nei casolari di campagna era diffusa la convinzione che gli eventi, favorevoli o sfavorevoli, fossero conosciuti attraversi dei segni.
Gli interpreti ufficiali di questi segni erano gli anziani, unici depositari di un patrimonio che era tanto radicato nella cultura dei nostri antenati.
Erano considerati presagi di sventura: il canto di una civetta, il lamento di un cane fuori dall’uscio, lo scricchiolio dei mobili in casa, lo spargimento dell’olio sul pavimento per annullare la disgrazia alcuni ci versano sopra il sale, la rottura di uno specchio equivaleva a sette anni di disgrazie, il prurito nel palmo della mano destra presagisce che presto si dovrà pagare una grossa somma, coricarsi con i piedi rivolti verso la porta, perché solitamente un defunto, posto nella bara, esce di casa con i piedi in avanti.
Erano, invece, presagi di buon augurio: la rottura del rosario durante la recita, vuol dire che la Madonna sta ascoltando le tue preghiere, il matrimonio con la pioggia, la caduta del vino sul pavimento, segno di abbondanza, il prurito nel palmo della mano sinistra significa un imminente guadagno, il volo insistente di un’ape intorno a una persona preannunzia l’arrivo di belle notizie.
A Monteverde si credeva che se una ragazza o una donna, mentre cuciva, si pungeva il pollice era in arrivo un evento felice, l’anulare testimoniava la fedeltà del marito o del fidanzato, il dito medio invece era in arrivo una lettera…