“No alla svendita di Alto Calore ai privati”. Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, chiama a raccolta i primi cittadini soci di Alto Calore Spa. In una missiva, Ciampi ha spiegato le ragioni del suo dissenso al piano portato avanti dall’amministratore unico Michelangelo Ciancia.
Nella lettera non solo sono evidenziate le responsabilità di chi ha taciuto o assecondato il disfacimento dell’azienda, ma viene anche posto l’accento sui rischi che corrono i sindaci nell’assecondare il progetto di ricapitalizzazione di una società finita nel mirino della Procura della Corte dei Conti. Rischi che il primo cittadino ha anche già evidenziato in un esposto recentemente presentato alla Procura della Repubblica e della Corte dei Conti. Inoltre, in ottica costruttiva, il sindaco di Avellino, dopo aver già attivato i Ministeri competenti, ha presentato ai colleghi soci un piano pluriennale alternativo a quello dell’amministratore unico Ciarcia. Un progetto che passa per il cambiamento del management, l’analisi dei conti con un focus sui crediti e la costituzione di un organismo di controllo analogo sui rischi come previsto dalla legge Madia.
“Una volta effettuato questo primo intervento – spiega Ciampi – bisognerà poi passare alla fase operativa di rilancio che prevede una drastica riduzione della fattura energetica che oggi pesa sui conti dell’azienda e sulle bollette dei cittadini, una progressiva riduzione dell’indebitamento che ha raggiunto livelli inaccettabili e la salvaguardia dei posti di lavoro con l’obiettivo di sviluppare in seguito crescita e nuova occupazione. Non si può infatti immaginare che la soluzione ai problemi generati da chi ha gestito in passato possa essere una ricapitalizzazione che ha, come fine ultimo, l’apertura delle porte ai privati sottraendo la municipalizzata dell’acqua al controllo degli enti locali e dei cittadini”.
Definendo i dettagli del piano di risanamento, Ciampi ha chiesto ai sindaci soci di Alto Calore di respingere la ricapitalizzazione e annullare la delibera del 30 luglio scorso. Con questo obiettivo, il Comune di Avellino ha chiesto la convocazione urgente di un’assemblea entro il prossimo 30 ottobre.