Un anno a dura prova per tutto: salute, famiglia, lavoro, socialità. Nei tempi morti capita di scivolare con il pensiero in storie sensazionali di poco conto magari per sentire il fruscio dei tempi cosiddetti normali, fuori porta di ore allegre in compagnia di vecchie amicizie, il buon pretesto che sancisce le storie sgangherate nelle folleggianti rubate noiose vite di routine.
Capita per noia, per sfuggire al tempo che passa, si fa tanto passare, un buon pasto per minestra, per sollevare l’interesse sopito agli amori arditi di tanti bambolotti e bambolette in corpi di adulti a caccia di emozioni rampanti, rapaci nel generare confusione e malumore.
La maledizione è perdizione a suon di cattivo gusto e inferni vari, non bastasse una pandemia a devastare i rapporti umani. Le abitudini di rovinare gli altri per soddisfare propri desideri contrari, troppe volte, alla morale e alla decenza, esulano furtivi. Non è certo colpa dei social, del Covid, dei matrimoni, delle condizioni da reclusi.
Si è così sempre, incapaci di scelte, di rompere relazioni anomali che non portano a nulla di buono, ma contribuiscono a fare aumentare situazioni di violenza domestica, diretta e indiretta. Non è un caso. Tante violenze nascono in seno ad “amori incontinenti”.
Sono le pessime abitudini che non trovano sfogo immediato a contenere i bollenti spiriti di vite già compromesse nei turbinii di molesti istigatori alla pace che battono bandiera pirata, oltre quei confini ristretti e protetti a cui nessuno dovrebbe permettere l’ingresso.
Avviene e come tale le motivazioni le ricerchiamo nel matrimonio, sottoponendo le vittime al loro cattivo carattere, al temperamento, all’incapacità di gestire i rapporti interpersonali, di essere troppo sospettosi, troppo gelosi, anche se la gelosia non c’entra nulla. I fatti oggettivi vanno oltre quelli soggettivi.
Le incombenze lavorative si confondono nel bailamme tra privato e pubblico.
Non è certo questo il tempo degli amori incontinenti, non lo è in tempi normali figuriamoci adesso che tutto è confluito nel mondo intimo e riservato delle famiglie che fanno i conti anche con i problemi di sempre. Non c’è distinzione di genere e di ruoli si è in balia di istinti, incapaci di scelte, incapaci di depositare quei fardelli che pesano sul proprio cuore, essere responsabili delle proprie condotte, invece, è più facile incolpare, puntare il dito sulla persona sbagliata, si cercano compari da accreditare e da fuorviare per controbattere e non uscire mai allo scoperto. Che illusione!
Convulsivi e patetici si arrampicano sugli specchi in cerca di conferme che non trovano terreno. Accampano scuse per vivere nell’anormalità e incappano, sfortunatamente, nei soliti teatrini.
Non c’è meraviglia a scoprire l’acqua calda è la prova che nella comune vige un senso di giustificazione sociale che altera e influenza i risvolti di condanna e di repulsione.
Il linguaggio confidenziale e intimo passa attraverso le pratiche e le dinamiche del lavoro d’ufficio, le esternazioni euforiche, impertinenti e ambigue un sottopassaggio di attenzioni e pensieri naturali eserbati nella quotidianità perduta. Serbatoi di benzina sul fuoco.
Non mancano comportamenti e discorsi deplorevoli in termini di sconfinamento alla tutela della pace dei sensi, si mina dal di dentro l’atmosfera di chi se ne frega altamente delle conseguenze e sfida il destino e l’incarnamento dei sentimenti puri per scivolare in comportamenti non deprecabili, ma anche adolescenziali i cui danni fisici e psicologici ricadono dentro i contesti familiari.
Devi a ere la bussola per orientare il senso di tutto altrimenti si diventa una vittima incolpevole, svalutata e carica di sensi di colpa.
Le regole d’oro per non soccombere, per non vivere in perenne agonia, per mesi, per anni, per analizzare e per reagire.
Chiedete aiuto, fatevi supportare, create più possibile collegamenti vigili e pronti ad intervenire.
Annotate i comportamenti tra il prima e dopo.
Appuntare quei dati insignificanti per voi, saranno uliti dopo, a mente fredda a identificare fatti e comportamenti.
Non vergognatevi di essere chiari, siate aperti al dialogo, non fatevi scrupoli a chiedere chiarimenti, di ogni sorta, nessuno è pazzo, visionario, telefonate, colloquiate con il contesto dove avvengono certe situazioni, non vergognatevi di nulla.
Abbiate sempre il rispetto di voi stesse, degli altri, fatevi spalla delle ragioni di tutela e prevenzione a, non sentitevi inadeguate, inopportune o spropositate, saranno gli altri a dovervi delle spiegazioni plausibili. Non c’è nulla di peggio che restare dentro con le proprie paure e i rimorsi.
Il cambiamento sarà visibile e sarà immediato. Per certe cose o dentro o fuori. Fidatevi delle persone che vi vogliono realmente bene. C’è sempre chi vi aiuterà a decifrare l’indecifrabile. Prima riconosci il problema, prima esci!