Andane e cippatura le tecniche alternative all’abbruciamento dei residui vegetali per risolvere il problema della presenza delle polveri sottili in città. Sono le proposte avanzate dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Avellino illustrate dal presidente Ciro Picariello e dal tesoriere Francesco Castelluccio nel corso dell’incontro (che si è svolto questa mattina) con la Commissione Ambiente al Comune di Avellino presieduta dal presidente Gerardo Melillo. Alla riunione hanno partecipato l’assessore all’Ambiente Giuseppe Negrone, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Aiello del Sabato, Mercogliano e Monteforte Irpino e le associazioni che si occupano di tutela del verde in città.
“L’Ordine – spiega Picariello – è da sempre sensibile ai problemi ambientali e alla salute dei cittadini. L’areale del Comune capoluogo e dei comuni contermini, si basa da sempre sull’economia corilicola, castanicola e viticola. La coltivazione del nocciolo prevede quale tecnica razionale colturale, la potatura annuale e la spollonatura, originanti residui vegetali che si sommano alla massa fogliare annualmente prodotta. Pertanto – prosegue – per la massa fogliare e i residui di raccolta dei frutti abbiamo sempre indicato tecniche colturali agronomiche a ridotto impatto ambientale come la costituzione di andane lungo i filari del noccioleto con successivo interramento e la cippatura relativamente ai residui di potatura e ramaglie di piccole dimensioni”.
“I residui di potatura – riprende Picariello – non possono pertanto essere accumulati ed abbandonati nei terreni (come avvenuto nell’attuale annata agraria) perché creano condizioni predisponenti ad incendi e creazioni di focolai parassitari. I possibili incendi di materiale vegetale accumulato per lungo tempo creano i presupposti per ulteriori danni di dissesto idrogeologico”.
“La cippatura – sottolinea Picariello – essendo un’operazione economicamente onerosa, per la media delle aziende presenti sul territorio comunale, dovrebbe essere sostenuta da un ente pubblico. Ad esempio attraverso il gestore dei rifiuti urbani con l’organizzazione di un servizio di cippatura per zone rurali omogenee in modo da coprire l’intero territorio comunale nonché per sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico, espandendo il servizio anche ai comuni confinanti. Il prodotto ottenuto dalla cippatura potrà essere utilizzato come combustibile da parte o di enti pubblici come già avviene in alcune Regioni con installazioni in scuole comunali di caldaie a biomassa o da privati secondo convenzione”.
“E’ noto – evidenzia Picariello – che dal prossimo agosto il Comune sarà obbligato a cippare i materiali di potatura delle alberature di propria competenza e distribuirli sulle aiuole e aree a verde, per pacciamatura, come prevedono i C.A.M. Tali soluzioni – conclude – dovranno essere programmate negli anni per essere definitive, ma occorre nell’immediato prevedere almeno un giorno a settimana, nelle ore più calde della giornata (dalle 10 alle 16), l’abbruciamento dei residui vegetali dal mese di gennaio al mese di marzo”.