Una visione del paziente che consideri in una prospettiva unica la dimensione dolorosa, quella psicopatologica e quella più propriamente “organica”, e individuare approcci terapeutici in grado di intervenire, con il minor numero di farmaci, sul maggior numero possibile di sintomi. Se ne discuterà al convegno su “Ansia e depressione associate a malattie neurologiche e internistiche, come intervenire in questi casi, con il minor numero di farmaci e sul maggior numero possibile di sintomi”, organizzato sabato 25 marzo 2017, a partire dalle ore 8,30, presso la Sala Consiliare “San Filippo Neri” di Lauro (Av), con un confronto fra neurologi ed esperti di fama internazionale.
Responsabile scientifico del convegno che vedrà la discussione incentrata sui “circoli viziosi in cui il dolore alimenta l’ansia e la depressione, e queste a loro volta incrementano la percezione e l’amplificazione del dolore” è il professor Bruno Ronga, direttore della Neurologia stroke del Cto di Napoli.
Oltre ai membri del comitato scientifico, porteranno il loro saluto il Dottor Giuseppe Longo, Direttore generale A.O.R.N. “Ospedali dei Colli”, il Direttore Sanitario del Cto Cosimo Maiorino, il Rettore dell’Università Federico II di Napoli Gaetano Manfredi, il dottore Giuseppe Matarazzo Direttore Sanitario aziendale A.O.R.N. “Ospedali dei Colli”.
Tanti i temi che saranno affrontati nel corso delle due sezioni di lavoro previste: dal disturbo d’ansia, ai collegamenti tra ansia depressione ed emicrania; si parlerà anche dell’ictus celebrare, di Alzheimer, di dolore neuropatico nel diabetico. «La condizione di malattia – spiega il prof. Bruno Ronga -, spesso quando è cronica, non può non comportare ripercussioni psicologiche sulla persona, che possono complicare l’approccio del clinico alla malattia sia sotto il profilo diagnostico che della gestione terapeutica. Talora il legame è ancora più stretto, in quanto moventi patogenetici che hanno causato i sintomi fisici della malattia risultano comuni a quelli che ne determinano i sintomi psicologici. Casi emblematici in questo senso sono le cefalee, le demenze, la malattia di Parkinson. Si innescano spesso meccanismi di causalità circolare, che si traducono in circoli viziosi».