I gufi sono serviti. Ora c’è una sentenza e non c’è più spazio per le opinioni dei più disinvolti, Da mesi gli avversari interni prima e poi gli esponenti dello centrodestra invece di discutere sui programmi e sulle cose da fare ha affermato un’unica cosa: De Luca è incandidabile. Invece ieri il Tar ha confermato: Vincenzo De Luca era e resta candidabile. Quando, soli, nei mesi scorsi lo dicevamo le nostre dichiarazioni venivano etichettate come di parte, ora, alla luce della sentenza di ieri, possiamo dire che quelle considerazioni erano frutto di una semplice lettura degli articoli della Costituzione che garantisce ai cittadini di diversa condizione sociale il medesimo trattamento. Non è possibile, insomma, in base alla costituzione che le norme della legge Severino trattino in un modo il parlamentare ed in un modo esattamente opposto il sindaco il consigliere comunale il consigliere regionale o il presidente della giunta regionale. Il Tar applicando correttamente la legge, ieri, non ha fatto altro che confermare che De Luca ha pienamente diritto di partecipare legittimamente alla competizione elettorale del 31 maggio. Mi sembra significativo sottolineare che che il tar sì sia pronunziato anche sulle spese legali condannando i grillini a pagare tremila euro agli avvocati di De Luca. Con la condanna alla spese il tar ha voluto anche affermare il principio che non è possibile trasferire nei tribunali la battaglia politica e chiunque ci prova d’ora in avanti dovrà sapere che alla della soccombenza può e deve aggiungersi anche la condanna alle spese legali. Dopo questa batosta i nostri avversari rilanciano e danno appuntamento al prossimo scontro elettorale che ci sarà non appena De Luca verrà eletto. Noi siamo gia pronti e sappiamo di vincere per le stesse ragioni che sono state utilizzate da De Magistris a Napoli e da tanti altri amministratori in tutta Italia. L’art. 8 della legge Severino è incostituzionale ed è presso la corte costituzionale che porteremo la nostra battaglia di civiltà giuridica se il parlamento non cambierà prima una legge ingiusta e incostituzionale. È giusto che chi è condannato con sentenza definitiva stia a casa; ma fino a quando la sentenza non è definitiva non v’è ragione di discriminare i cittadini in base alla funzione che svolgono (parlamentari o consiglier regionali) ne v’è la ragione per sospendere l’ordinaria gestione della vita politica ed amministrativa di un importantissimo ente come la Regione Campania. avv. Giuseppe Vetrano