A dirlo uno studio condotto dai ricercatori della University school of medicine di New York che hanno affrontato la connessione tra la malattia e le placche amiloidi, ammassi proteici che fanno accrescere il declino cognitivo. Nella ricerca sono state coinvolti 208 tra uomini e donne con un’età tra i 55 e i 90 anni e che non soffrivano di demenza. Del campione analizzato, più del 50% aveva apnee notturne. I ricercatori, nel corso dei due anni di analisi, hanno raccolto campioni del fluido spinale dei pazienti per misurare una proteina che indica lo sviluppo della placca e hanno eseguito tomografie ad emissioni di positroni (Pet) per misurare la quantità di placca nel cervello. È stato hanno notato come a fronte di una apnea più grave apparivano nel liquido spinale segni che indicavano lo sviluppo della stessa placca. Lo studio, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato pubblicato sull’American Journal of Respiratory and critical care medicine.
Giovanni D’AGATA