Sfogo al «TgCom» del padrone: «Deve rimanere libero nel nostro quartiere»
Ci sono storie tristi, storie felici e poi ci sono storie che commuovono. Nocciolino, il cane di Norcia, aveva ritrovato la strada di casa, dopo che il suo padrone era morto nel 2013.
Il meticcio di 11 anni aveva percorso 60 chilometri, fidandosi solo del suo istinto. Dopo essere stato portato in un rifugio di Foligno, in attesa di essere adottato, aveva deciso di scappare e tornare a casa. E ce l’aveva fatta. Dopo una settimana era tornato a Norcia, nella sua terra e la sua storia aveva fatto catalizzato l’attenzione delle cronache nazionali. Era andato a vivere in una zona dove i militari avevano predisposto i soccorsi di prima emergenza per il terremoto. Poi, si era avvicinato progressivamente al centro storico. L’amore per la sua terra sembrava bastare a farlo vivere libero. Stefano Proietti era riuscito a diventare il proprietario di Nocciolino. «Ho temuto che potesse essere portato via, lontano da qui e, quindi, dopo un mese in cui nessuno si è fatto avanti per adottarlo, ad eccezione di un pastore, ho pensato che intestarmelo fosse la soluzione migliore». Si pensava di far restare Nocciolino a Norcia fino alla fine dei suoi giorni. E questa è la parte commovente della storia. Ma adesso tutto si complica, perché anche le storie più semplici contengono un lato difficile. Adesso Nocciolino è finito in un canile e il proprietario, Stefano Proietti, commerciante di Monteleone di Spoleto, iscritto al WWF, si sfoga al TgCom: «Ora è una corsa contro il tempo per restituire alla sua libertà Nocciolino, attualmente rinchiuso in un box del canile di Spoleto». Nel frattempo, è stata lanciata una petizione online per chiedere che Nocciolino resti a Norcia e viva libero, amato e rispettato da tutti gli abitanti del paese. Stefano era riuscito a farsi cedere la proprietà del cane dai parenti dell’ex proprietario e la sua volontà era quella di continuare a permettere a Nocciolino di vivere libero. Il padrone di Nocciolino è disperato: «È tutto in mano a un legale per chiederne il dissequestro, ma servirebbe l’intervento di uno in alto, che so, il presidente del Consiglio, perché il Comune di Norcia, nonostante le 7mila firme in tre giorni, non vuole farlo cane di quartiere».
Ma qualcosa non torna. Stefano dichiara: «Il sindaco di Norcia, con un’ordinanza poi derubricata sul sito del Comune, ha fatto accalappiare un cane che non è randagio, ma di proprietà, scrivendo che venisse catturato con ogni mezzo perché ritenuto pericoloso e che una volta accalappiato venisse ceduto alla famiglia di Cesena che aveva presentato tempo fa la richiesta di adozione».
Ma Stefano sottolinea: «Ci sono tutte contraddizioni in termini in quell’ordinanza: un cane pericoloso che viene dato in adozione». Nocciolino è «un cane libero», con «carattere schivo e per niente predisposto a un contatto con gli umani», scrive Stefano.