di Gianni Amodeo
Il dato della tornata elettorale del 4 marzo è del tutto inedito per l’ area nolana, al di là della pur complessa articolazione della mappa dei collegi di riferimento, nella configurazione della tipologia dell’uninominale e del plurinominale, con il mix di maggioritario e proporzionale della legge ed una connotazione nuova rispetto al passato. E’ il dato che ne eleva il livello di rappresentanza in Parlamento,mai prima verificato. Una rappresentanza ripartita tra parlamentari eletti per il Movimento 5 Stelle e per la coalizione di centro–destra, riproducendo fedelmente il trend nazionale.
La novità assoluta per il territorio, con lo scacco dato nell’uninominale a Lorenzo Cesa– candidato di Noi con l’Italia – Udc per il centro–destra– è espressa dall’elezione alla Camera dei deputati di Silvana Nappi, medico di professione, tra le più attive animatrici sul territorio del Movimento guidato da Luigi Di Maio e candidata-sindaco nella tornata del 2014 a San Gennaro Vesuviano, la città dove vive e risiede. Un elemento che s’innesta nel più generale prospetto che fa registrare un autentico salto in avanti per la rappresentanza “in rosa” nel Parlamento, con 217 donne elette per la Camera di palazzo Montecitorio e 108 per la Camera di palazzo Madama. Sono dettagli numerici che fanno risaltare la soglia di rappresentatività raggiunta nella misura del 34% dalle donne nelle assemblee legislative, segnando il progressivo avvicinarsi della piena parità di genere nelle aule parlamentari. E- restando nell’ area nolana – va evidenziata la mancata elezione alla Camera deputati di Carmela Rescigno, medico chirurgo di professione e consigliere comunale nell’assemblea municipale di Camposano; una dèfaillance, determinata dal complicato e complesso meccanismo per il riparto dei seggi risultato favorevole per le circoscrizioni del Nord e penalizzante per la candidata di Fratelli d’Italia, sebbene sia stata la più votata nella circoscrizione di Campania-1.
Con Silvana Nappi la pattuglia dei parlamentari eletti per il Movimento 5 Stelle è completata da Luigi Iovino – vive e risiede a San Paolo Bel Sito– laureando in Giurisprudenza, anch’egli approdato alla Camera dei deputati, e da Francesco Urraro, presidente dell’Ordine degli avvocati del Circondario distrettuale del Tribunale di Nola, eletto per il Senato. E se Silvana Nappi costituisce la novità politica del territorio in assoluto, Urraro ha realizzato un autentico exploit, superando la soglia del 50% dei consensi in un collegio vasto e articolato, inclusivo dell’area nolana, dell’area vesuviana e Portici, con alti picchi soprattutto nella città bruniana -per oltre 7500 voti- e a San Giuseppe Vesuviano, la città natia – poco meno di 7000 voti- contesti in cui l’insediamento del centro-destra è di notoria stratificazione. E fa capitolo a sé la performance concretizzata a Portici, con oltre 14000 voti.
In complesso, il centro-destra ha relativamente retto con la tenuta soprattutto di Forza Italia, ma è fuori di dubbio che l’onda gialla per il carattere di omogeneità, con cui si è dispiegata può condizionarne ed eroderne non poco le posizioni nell’ area nolana. Un segnale forte ed evidente, anche se con Paolo Russo, eletto per la sesta legislatura consecutiva, il partito degli azzurri incrementa la propria rappresentanza territoriale con l’elezione di Vincenzo Carbone, sindaco di Palma Campania, in scadenza del secondo mandato consecutivo nella guida della città. Un’elezione premiante per Carbone ed innescata dal riparto dei seggi con Luigi Cesaro e Sandra Lonardo eletti in altri collegi per Forza Italia nella coalizione di centro–destra. Come dire che la rappresentanza di centro-destra è certamente “cresciuta”, ma non con la pienezza che appare di primo acchito. Tutt’altro.
E se per il centro–destra conta la tenuta “in difesa”, il verdetto delle urne è decisamente severo per il centro–sinistra e per la sinistra più o meno velati. Un duro pedaggio pagato alla generale sbandata dei partiti che vi fanno riferimento in Campania e nel Sud; un pedaggio pesante ch’è anche espressione della carenza d’iniziative e di reale presenza politica sul territorio. Un’assenza e una rinuncia che vengono da lontano, non della presente contingenza. E se non si semina bene, si raccoglie poco o niente.…
Sono frammenti di “lettura” possibili, quelli delineati sull’esito del voto di domenica, suscettibili certamente di integrazioni, correzioni ed ampliamenti, ma restano tali nella loro essenzialità. E’ l’essenzialità delle luci e delle ombre, con cui i gruppi e ceti dirigenti degli schieramenti politici di riferimento devono commisurarsi sulle rispettive agende. Un percorso, che va rapportato, in via prioritaria, alle problematiche del territorio, le cui comunità vivono una palese condizione di affanno e difficoltà, come evidenziano gli indici di disoccupazione perduranti da anni, colpendo le giovani generazioni in particolare, ma anche e soprattutto il ceto medio, per non dire della crisi che investe da tempo la maggior parte delle categorie professionali. Una realtà, in cui l’apparato degli Enti e dei servizi di pubblica amministrazione costituisce ormai l’unico e prevalente ancoraggio di sicurezza sociale, con le attività d’impresa sfilacciate e ridotte al minimo, specie nel terziario, mentre agricoltura e artigianato sono state relegate ai margini dell’organizzazione sociale. Uno scenario, su cui la politica è chiamata ad assolvere un ruolo d’indirizzo e d’orientamento efficace ed incisivo. Un ruolo che finora è stato largamente disatteso.