Lo stralcio della norma di decreto delle ex zone rosse con l’esclusione della Città di Ariano è un atto grottesco che dimostra la totale confusione che sta attraversando il governo, disunito in un momento in cui tutte le forze, a maggior ragione quelle di maggioranza, dovrebbero convergere rapidamente in atti utili a far ripartire celermente l’economia italiana. Una città chiusa per 45 giorni non può non essere paragonata alle altre beneficiarie dello stanziamento dei 200 milioni, non c’è equità nella decisione assunta dal Governo.
Di questo pasticcio e della responsabilità di questa vicenda deve farsene carico sia il PD, sia il Movimento 5 Stelle, sono loro che rappresentano il governo in egual misura. E’ disarmante ogni volta il palleggiamento delle responsabilità e la mancanza di serietà su argomenti così importanti.
Vediamo in questi giorni quanto desiderio c’è nel Paese di ripartire bene, lo dimostra anche l’asta dei BTP italia che ha fatto registrare un record nella raccolta, gli Italiani credono in loro stessi, ma si riparte con il freno a mano tirato, senza le semplificazioni annunciate, anzi, con una Cassa integrazione che non arriva neanche dopo due mesi; in Campania 120mila lavoratori e lavoratrici sono ancora in attesa di essere pagati per gli assegni di Marzo e Aprile. Ostacoli burocratici, vergognosi rimpalli di responsabilità stanno alimentando solo tensione e disagi per migliaia di persone che non hanno nessuna entrata. Per non parlare del rimborso al 100% delle spese per la messa in sicurezza delle aziende, ci riferiamo al bando “Impresa Sicura” dove non si fa differenza tra impresa piccole, media e grande, con soli 50 milioni messi a disposizione, era inevitabile che il fondo si sarebbe esaurito al primo secondo di richieste. Non si può mettere sullo stesso piano colossi aziendali, con rimborsi da 150.000 euro, con i piccoli artigiani. Sono norme e bandi scritti male, come le lungaggini dei finanziamenti alle imprese,dove i direttori di banca se danno i prestiti alle imprese, senza una adeguata valutazione, rischiano personalmente, perché non hanno la manleva come in tutti gli altri Paesi. La conseguenza di tutto ciò si traduce in procedure burocratiche assurde. Manca l’esperienza nello scrivere le norme e palesi discriminazioni inaccettabili come per i professionisti esclusi tout court da beneficio del fondo perduto.
Il partito “Azione” fondato da Calenda e Richetti vuole essere un luogo di mobilitazione dell’ Italia che lavora e produce, stanca degli scontri inconcludenti, laddove è necessario mettere al centro del dibattito serietà e competenza con proposte concrete ed attuabili con riferimento alle problematiche ed esigenze da tutelare.
Gruppo d’azione Ariano Irpino
Vito Franzese
Antonio Fioriello
Donato Genua