Oggi la coppia ha bisogno di armonia ed intesa, nulla di più che un felice, ma innocuo bagno di rassicurante e condivisa trasgressione. I Club Privè, sono un luogo sano dove poter trascorrere delle belle serate in piena libertà, l’ingresso è con tesseramento e la sottoscrizione e accettazione di un regolamento, massima riservatezza sulla privacy, ma, soprattutto, l’obbligo di essere o una coppia di sposati oppure, come si dice nel nostro tempo, di fatto. Niente eccezioni e il rispetto è alla base. Anche per i single le regole sono irremovibili. Sono ammessi ad entrare con eleganza e cortesia e senza infastidire gli ospiti, si è liberi di proporre, ma anche di rifiutare in maniera cortese. È buona norma in ogni caso evitare atteggiamenti troppo pretenziosi. A San Vittore del Lazio, esiste un Club Privè elegante e raffinato: “Il Paradise” e l’apertura è gestita a seconda degli eventi per i soci. “Da noi non ci sono, top model, ma soltanto donne ordinarie che possono esibirsi in libertà senza il timore che qualcuno possa criticare la cellulite o le forme del corpo non perfette. Ma i veri e più numerosi complimenti che ci arrivano riguardano il fatto che qui al Paradise club, si fa amicizia, si organizzano cene, si parla di politica, di calcio, delle cose quotidiane come in ogni altro luogo. E in più puoi dare svago alla tua mente e trarre sana trasgressione” Queste le parole di Giancarlo, Presidente e gestore di questo locale scambista.
Giancarlo, Quali sono le regole da rispettare per chi si avvicina ai club privé? “La prima regola fondamentale è quella dettata dal buon senso, la seconda quella che emerge dalla voglia di trasgressione. Non è detto che entrambe siano in conflitto tra loro. Entrare in un privè, non vuole dire avere diritto a tutto, si è liberi di proporre, ma anche di rifiutare. Bisogna soprattutto fare un distinguo tra coppie e singoli. Per la coppia la cosa più importante è un accordo prima di frequentarlo che preveda la complicità in un gioco dove se non c’è questo tipo di intesa può essere fonte di problemi all’interno della coppia stessa. Per i signori singoli, la consapevolezza di essere solo dei coprotagonisti non sono loro a scegliere ma è la coppia che sceglie. Per tutti e due c’è una regola basilare che dovrebbe riguardare non solo questi luoghi ma essere una regola di vita: il rispetto.
Giancarlo, come riconoscere un club privé di un certo livello con uno più scarso? “Non farei una graduatoria, e del resto in giro c’è molta confusione. La tesi generale è che un locale grande molto frequentato da tante coppie sia il massimo della vita. La presenza di pornostar è a mio avviso e un’aggiunta di qualità e spessore a una serata. Ovviamente, dipende molto dagli eventi e dai locali. In qualche caso, comunque, piccolo, accogliente e bello. Il Club Privè in Italia è una Associazione e pertanto mi fa alquanto impressione pensare ai Club le cui strutture costano cifre milionarie, al contrario di tutta Europa dove sono considerati locali pubblici e pertanto più giustificato l’investimento commerciale. In ogni caso il livello di un Club dipende dal divertimento, dall’accoglienza e dal rispetto per i soci frequentatori che si è in grado di offrire”.
Ultima cosa Giancarlo, come viene gestita la privacy? “Assolutamente è la cosa più importante per un locale privato di questo genere. Tutti i dati sono riservati e non comunicati in nessun modo all’esterno. E’ una delle regole fondamentali su cui si basa tutto l’impianto Privè e viene applicata in modo rigido”. Vorrei anche concludere invitando in questo mondo anche le persone non trasgressive e passare con noi una serata allietata da uno spettacolo, da una gustosa cena, bella gente, bella musica. Da poter dire: “anche noi ci siamo stati”.
I Privè e lo scambio, negli anni scorsi, venivano considerati una casta e la libertà di potere avere questa mentalità lontana da giudizi e pregiudizi. Sono passati 45 anni e tra repressioni iniziali da parte di chi non ha saputo gestire tale libero fenomeno, oggi conta un avvenimento sempre più aperto. Un ringraziamento particolare al “Paradise” che ci ha permesso di visitare questo mondo.
Francesco Di Crescenzo