Preso geometra dell’INPDAP con le mani nel sacco, mentre riscuoteva una tangente, di 450 euro, che gli serviva per comprare un PC per il figlio. A seguito di un’ indagine coordinatA dal Procuratore Aggiunto della Repubblica, Francesco Greco, della Procura di Napoli, sezione reati contro la Pubblica Amministrazione , giovedì 3 ottobre, i Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli hanno arrestato, in flagranza di reato, un geometra dell’INPDAP, sorpreso mentre riceveva da un privato denaro contante per un ammontare di 450 euro. Il reato contestato è quello di concussione. L’arresto s’inserisce in un’attività investigativa, condotta dal Nucleo Investigativo, concernente una perizia estimativa redatta dal geometra a favore del richiedente, dipendente pubblico, che aveva presentato domanda di concessione di mutuo ipotecario all’INPDAP per l’acquisto di un’abitazione sita in Pomigliano D’Arco. Nella perizia veniva attribuito all’immobile un valore commerciale inferiore (130.000 euro) rispetto a quello reale . Il denunciante riferiva di avere ricevuto la richiesta di un computer, da acquistare per il figlio del geometra, per ottenere in cambio la modifica della perizia estimativa, vale a dire una stima del bene conforme all’effettivo valore commerciale dell’immobile pari a 166.000, valore necessario per ottenere dall’INPDAP il mutuo per l’acquisto dell’immobile oggetto di perizia. Pertanto, i Carabinieri – avendo ricevuto notizia di un incontro all’esterno della sede dell’INPDAP di Napoli, previsto nella mattinata di giovedì 3 ottobre, nel corso del quale il geometra avrebbe dovuto ricevere la somma di 450 euro, per l’acquisto del computer già prenotato presso un negozio di elettronica – predisponevano un servizio di osservazione con “video ripresa” che consentiva di documentare il pagamento della “tangente” e di arrestare il geometra in flagranza di reato. Immediatamente dopo sono state eseguite perquisizioni locali e domiciliari presso l’ufficio e l’abitazione dell’indagato all’esito delle quali si sottoponevano a sequestro le copie della prima perizia del valore di 130.000 euro ed il computer in uso all’arrestato.