a cura di Valeria Giuliano
Appassionata sin da piccola del disegno e dei colori, Arrianna Tramontano si diploma al Liceo Artistico “A. Sabatini” di Salerno, frequenta la scuola di restauro dei manufatti lignei policromi. Consegue la Laurea specialistica in Arti visive e Discipline dello spettacolo all’ Accademia di Belle Arti di Napoli. Dipinge adoperando varie tecniche e supporti, prediligendo la tecnica olio su tela. La scelta stilistica è improntata sul realismo sociale, approfondita dallo studio della morfopsicologia e la sua pittura spazia dai temi mitologici ed allegorici a temi più attuali legati al sociale. “E’ il terzo anno che partecipo a questa manifestazione, mi piace come iniziativa, perchè avvicina le persone che anche in maniera a volte
inconsapevole si ritrovano a interrogarsi sull’arte e su ciò che ne concerne”, afferma Arianna ed “è giusto che si crei un approccio tra l’arte e la gente che a volte per vari motivi si sente estranea a questo mondo, perchè l’arte deve essere un linguaggio fruibile a tutti e non un’elite”. Un messaggio chiaro, espressione di una personalità forte e volitiva. L’opera esposta alla manifestazione è intitolata “Ofelia”, richiamo diretto ad uno dei principali personaggi femminili della tragedia Amleto, composta dal drammaturgo britannico William Shakespeare. Ofelia si carica di una pazzia tutta personale derivata dalla morte del padre e dal rifiuto di Amleto e decide di suicidarsi annegando nel fiume. Il suicidio di Ofelia viene visto sia come una tragedia inaspettata e dolorosa, sia come un ritorno dolce e rituale al grembo materno. L’artista ha voluto rappresentare il “complesso di Ofelia”, ovvero il rapporto di connessione esistente tra la donna, l’acqua e la morte. Ofelia viene descritta come una creatura destinata a morire nell’acqua perché nata in tale elemento e disposta dalla natura a chiudere il ciclo della sua esistenza conferendole una forma circolare, realizzando -paradossalmente- la pienezza della propria vita proprio in quella morte. Dall’acqua nacque, nell’acqua muore. Il ciclo si chiude.