All’improvviso mi arriva un messaggio da un amico, che m’invita alla conferenza stampa di presentazione del loro festival Mamm ‘e ll’Art, del quale è tra i promotori ed organizzatori. So poco e niente di Mamm ‘e ll’Art, ma mi basta vedere qualche foto della precedente edizione per rendermi conto che si tratta di un’idea geniale, volta a coniugare diverse forme artistiche quali musica, teatro, disegno, fotografia, facendo leva solo sulle forze del luogo. Così mi precipito a Lauro, per incontrare Daniele Acerra e gli altri ragazzi del Demiurgo, la compagnia teatrale di cui fa parte.
Dopo la presentazione nella sala consiliare di Lauro, Daniele senza perdere tempo, mi mostra quale sarà la location del festival e così facciamo subito un giro nel tris di palazzi storici che incorniceranno Mamm ‘e ll’ Art: Palazzo Pignatelli, il convento delle Rocchettine, la casa natale di Umberto Nobile ed il museo a lui dedicato; sullo sfondo invece, all’interno del paesaggio, c’è imperiosa ed aguzza l’Abbazia di Sant’Angelo, alla quale salii, qualche anno fa – nel silenzio assoluto – nel giorno di Natale, in un sentiero tra case e ulivi. E’ in quest’ossatura di palazzi, sommersi di dettagli storici che Daniele mi elenca con orgoglio e che sarebbe tedioso tutti in questa sede riportare, avrà luogo la manifestazione. Tutto ciò però è di riferimento per chi quest’estate vorrà avvicinarsi a Mamm ‘e ll’Art e ci fa capire, alla svelta, almeno due o tre cose: 1) non è esattamente un posto qualsiasi, non siamo nell’arena di un centro commerciale; 2) potremmo passare diversi pomeriggi a studiare la storia di Lauro, volendo, ma non è detto che vogliamo farlo, in ogni caso non si tratta di un paese privo di monumenti o di interesse storico, anzi, lo è molto più di altri 3) capiamo che una parte dei suoi abitanti ne ha parecchia di fantasia, a cominciare dal nome del festival.
– Ma in cosa consiste Mamm ‘e ll’Art? – chiedo a Daniele a bruciapelo mentre mi parla degli affreschi pagani sulla scalinata del palazzo – I monaci li fecero coprire, perché considerati blasfemi – continua a raccontarmi, e nel frattempo adocchio una bellissima sirena dipinta. E’ evidente che, anche se caratterizzati da praticità organizzativa – perché in ogni caso i ragazzi del Demiurgo da un po’ di anni s’impegnano affinché le loro idee diventino vere – a forza di stare lì in mezzo tra monti, chiese e storie di Nobile – un po’ restano sempre immersi in un altro tempo.
Così la smettiamo di parlare di storia e ci focalizziamo sul calendario di eventi, che verranno distribuiti in tutto luglio, con maggiore attività nel week-end.
Teatro: tre rappresentazioni teatrali di tre compagnie, delle quali una gratuita e le altre due, dal prezzo irrisorio di 5€ (produzioni Il Demiurgo + La Caverna). La prima delle tre, Zero, scritta proprio da Daniele Acerra, in tre capitoli vuol far riflettere lo spettatore sul tema della guerra; come lui stesso mi spiega, il titolo rappresenterebbe proprio la distanza tra eventi lontani ed eventi vicini che in determinate situazioni finisce per annullarsi: la guerra risulta con noi. Differentemente dalla sua precedente sceneggiatura, Paura del Buio (la prima rappresentata a Napoli nella chiesa dei Santi Severino e Sossio nei pressi di S.Marcellino), non ci si riferisce adesso alla seconda guerra mondiale, ma ad eventi molto più vicini: la guerra in Libia del 2011 e quella in Bosnia svoltasi tra il 1992 e il 1995. Ma magari ve ne parlerò più nel dettaglio nei giorni a venire.
Continuando in ordine di anti-commercialità (ovvero considerando quanto potrebbero essere questi temi di richiamo per il grande pubblico), Franco Nappi (Il Demiurgo + La Caverna) scrive invece una sua interpretazione del De Profundis di Oscar Wilde, che come in molti ricorderanno dalle loro letture liceali, consisteva in una lunga lettera scritta al suo amante dal carcere. L’idea di Franco – mi spiega meticolosamente – è di esaminare la storia da quattro differenti punti di vista, ognuno appartenente ad uno di quattro personaggi, che sono: 1) Oscar Wilde, 2) il suo amante, 3) la moglie-vittima, 4) un immaginario compagno di cella (introdotto da Franco, ma non presente nel De Profundis) che scopre le lettere di Wilde. I quattro punti di vista verranno messi in scena in quattro spettacoli rappresentati in giorni diversi e con attori differenti. A Mamm ‘e ll’Art si inizia con il primo: la storia vista dal compagno di cella di Wilde. Verranno letti nella rappresentazione frammenti originali del testo di Wilde, non si perderà quindi l’eleganza delle parole di uno dei migliori scrittori di tutti i tempi.
Dunque, che si tratti questa di una sceneggiatura a cui sia caro il tema dell’omosessualità, oppure che presenta imparziale le vicende di Wilde? Sicuramente bisognerà vederla per capirne il messaggio. Nel frattempo, io – senza poco scherzare – consiglio loro di contattare la lega Arcobaleno e distribuire un po’ di volantini ai prossimi gay pride. In ogni caso, con questo di Franco siamo già al secondo soggetto difficile: dopo le guerre in Libia e Bosnia, a Mamm ‘e ll Art si ripropone anche il difficile problema di un uomo sposato in realtà innamorato appassionatamente di un ragazzo. Concetti che per quanto i tempi siano cambiati e si abbia una relativa maggiore apertura nei confronti dell’omosessualità, sono tuttora attuali. Ancora considerato un tabù specialmente nei piccoli paesi, il problema viene risolto proprio con matrimoni che possano confondere le acque.
La terza e ultima rappresentazione del festival sarà Na Santarella, della compagnia Teatr@arci di Saviano. Sarà probabilmente quella di maggiore richiamo, trattandosi Scarpetta di un intramontabile della tradizione napoletana. Anche su questa, maggiori dettagli a venire.
Disegno e fotografia
Ma il disegno? La fotografia? Mamm ‘ell’Art è così traboccante che potrei scrivere fino a domani mattina insistendo con dettagli mentre sicuramente il 70% di voi lettori si sarà arenato al secondo paragrafo di quest’articolo.
- Per quanto riguarda la fotografia sarà organizzato un workshop con una modella in cui saranno spiegate le tecniche per il ritratto fotografico, avvalendosi delle conoscenze di Luigi Sgambato di Lauro, fotografo. Ovviamente ci sarà anche una mostra fotografica, riguardante sempre ritratti.
- Il 2 luglio sarà poi presentato il graphic novel “La Rabbia” di Salvatore Vivenziodisegnato da Gabriele Falzone, ambientato a Quindici, pubblicato per Shockdom.
Non mancheranno i concerti, diverse serate, con gruppi locali: swing, jazz ed altro. Per maggiori informazioni conviene consultare direttamente il calendario che sarà pubblicato nei giorni a venire.
In ultimo, Daniele mi porta a vedere i murales. Quello realizzato l’anno scorso da due artisti di Milano proprio durante Mamm ‘e ll’Art, e un altro di un autore naïf (Pignataro) che fu realizzato una ventina d’anni fa, con la collaborazione anche dei bambini del paese, purtroppo – si rammarica – piuttosto mal tenuto. Quest’anno – continua Daniele – ne faremo ancora un altro, realizzato da Gabriele Falzone, il disegnatore di La Rabbia.
Anche i quadretti all’ingresso del paese, mi mostra, sono ormai ridotti in pessimo stato: diversi sono cadut e andrebbero sostituiti. Ma per ora non è tra le priorità del paese. Alla mia domanda – forse irriverente – di come sia finanziato tutto questo, mi viene fatto capire che il comune sovvenziona quasi sempre le iniziative dei giovani (anche se Mamm ‘e ll’Art potrebbe/dovrebbe avere il pregio di essere un festival non troppo costoso con potenzialmente un ottimo risultato). Un’opera ammirevole, in un paese tristemente noto per altri problemi, la cui tranquillità, per chi non ci vive, confonde e rende inimmaginabili le piaghe che colpiscono più che altro i loro abitanti e mai i visitatori.
Insomma, non resta che aspettare e vedere se Mamm ‘e ll’Art sarà all’altezza delle aspettative. Se dal mondo platonico delle idee, scenderà giù diventando azione, movimento, realtà.
N.B.: questo articolo è stato scritto interamente con la mano sinistra. Chi mastica un minimo di neuropsichiatria saprà perché. A dettarmi le parole è stato l’emisfero destro, quello legato all’intuizione. E Mamm ‘e ll’Art è una meravigliosa intuizione.
(Valentina Guerriero)