“Dall’inchiesta di Genova sulla dirigenza di ASPI emergerebbe che i vertici di Autostrade per l’Italia, ed in particolare Paolo Berti, pur difendere sé stessi e la propria carriera, abbiano mentito ai giudici del processo sulla strage del bus ad Avellino, che il 28 luglio 2013 spezzò la vita di 38 persone. Solo il pensiero mi fa rabbrividire. Sembra che certa gente, pagata per tenere al sicuro i cittadini italiani, abbia pensato al proprio tornaconto invece che alla salute di chi usa le autostrade. Oltre che a confermare, una volta di più, le negligenze della gestione del sistema autostradale, se quanto viene fuori dall’inchiesta dovesse essere confermato, tale risultanza sarebbe da tenere in considerazione in relazione agli esiti del processo sulla strage di Acqualonga, ad Avellino. Forse per qualcuno la vita di quelle 38 persone e dei dieci feriti valeva meno dello scatto di carriera e del conseguente aumento di stipendio. Ora si faccia piena luce, non solo sulla strage del Ponte Morandi, ma anche su quella di Avellino, in maniera da restituire giustizia, e soprattutto verità, alle vittime e alle loro famiglie”.