La formica di fuoco, una delle specie più invasive al mondo, è infine sbarcata anche in Italia, dopo aver già conquistato buona parte del globo: 88 nidi sono stati individuati in Sicilia, vicino Siracusa, e si tratta del primo avvistamento ufficiale per l’Europa.
L’allarme arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Current Biology e guidato dall’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, e al quale hanno collaborato anche l’Università di Parma e l’Università di Catania.
Lo studio indica che il 7% circa del continente europeo ed il 50% delle città europee ha condizioni adatte alla diffusione della formica di fuoco. “Secondo i risultati del nostro modello ecologico – dice Menchetti – le grandi città costiere sono tra i siti più adatti ad ospitare S. invicta, in Italia come nel resto d’Europa. Questo è preoccupante soprattutto perché queste città sono centri nevralgici per il commercio e molto interconnesse tra loro, e quindi potrebbero consentire alle formiche di diffondersi ancora più velocemente. Inoltre, secondo le previsioni da noi effettuate, con il cambiamento climatico le aree idonee al suo insediamento aumenteranno notevolmente”.
Mattia Menchetti dell’Ibe, che ha guidato lo studio, ha raccontato all’ANSA che “I principali tipi di danni per l’uomo riguardano le apparecchiature elettriche e di comunicazione, e l’agricoltura.”
Sottolineando che questa specifica specie “ha anche un importante impatto sugli ecosistemi naturali: è infatti un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Inoltre, grazie al veleno contenuto nel loro aculeo e alle colonie che possono raggiungere centinaia di migliaia di individui, possono avere un impatto anche su animali giovani, deboli, o malati”.
Le sue punture sono estremamente dolorose e possono causare gravi reazioni allergiche.