Il calcio è passione: una di quelle passioni che creano unione. Se l’unione viene meno, però, viene meno anche la passione…e fare calcio perde senso. Ci troviamo costretti, e ribadiamo costretti, a consegnare il titolo del Cervinara al Sindaco, Caterina Lengua: di fatto lasciandolo lì, dove lo avevamo preso esattamente un anno fa.
Ecco, forse è opportuno ritornare a quella data: per amore di questa squadra e di questo paese decidemmo, con le nostre piccole forze, di non far morire il calcio e anzi, dar vita a un progetto commisurato alle nostre possibilità ma serio, perché siamo persone serie, ed ambizioso. L’accordo con l’amministrazione Comunale fu di impegnarci, di tener vivo il sogno: tenendo presente anche la grana dell’assenza di un campo su cui giocare, dettaglio che, va da sé, fa lievitare i costi, già alti, di una società in Eccellenza.
Il nostro impegno, sfidiamo chiunque a dire il contrario, non è mai venuto meno: è stata una stagione esaltante, bella e con risultati sportivi sotto gli occhi di tutti. E’ venuta meno qualche promessa: i costi che avevamo preventivato all’inizio, tenendo in conto della promessa di un aiuto, sono triplicati, ma siamo andati avanti perché siamo persone serie, e perché amiamo Cervinara e il Cervinara.
Purtroppo, è ancor più amaro constatare un altro elemento venuto meno: la passione della gente.
Cervinara è sempre stato un paese innamorato della propria squadra di calcio: apprezzata ovunque in regione proprio per questo. Una passione che ha fatto innamorare giocatori importanti, che ci ha portato a ricevere apprezzamenti sinceri da avversari e addetti ai lavori.
Ma l’ultima stagione questo punto di forza è venuto meno: abbiamo provato anche con abbonamenti a 30 euro, ne abbiamo venduti 80. Inutile ogni commento. Da soli non possiamo andare avanti, è evidente a tutti.
Consegneremo il titolo nelle mani del Sindaco: è il titolo di una società sana, senza alcun debito perché nessuno avanza un euro dalla nostra gestione. Chi vuole garantire la continuità al Cervinara è il benvenuto: noi abbiamo fatto più del massimo.