Augusto Di Meo è il testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana, avvenuto a Casal di Principe. La sua testimonianza è stata fondamentale per condannarne l’esecutore materiale. La scelta di Augusto di non girarsi dall’altra parte, di svolgere fino in fondo il suo dovere di cittadino e amico di don Peppe Diana, lo ha reso bersaglio di minacce e intimidazioni.
Oggi lo abbiamo incontrato al Viminale per continuare a parlare della sua storia –“Sono passati 24 anni da quel maledetto 19 marzo del 1994, quando la camorra – schiaffeggiata quotidianamente dalle parole e dalle azioni di don Peppe – decise di entrare in sacrestia e sparare cinque colpi di arma da fuoco”.
Augusto, intanto, continua a raccontare di quella mattina del 19 marzo del 1994 a centinaia di ragazzi che ogni anno passano nelle “terre di don Diana”, per i campi di lavoro promossi da Libera, senza abbassare mai la testa.
Per questa sua attività, per quello che ha fatto e per quello che continua a fare ci siamo già attivati per chiedere personalmente l’onorificenza al valor civile al Presidente della Repubblica.
Ed è per questo che oggi lo abbiamo accolto come un compagno di viaggio.