AVELLINO. «L’attuazione del titolo V della Costituzione deve essere fatta in maniera trasparente, coinvolgendo il Parlamento, ampliando la discussione e l’informazione a tutti i cittadini». Così il segretario generale della Cgil irpina Franco Fiordellisi che presenta il convegno «Autonomia differenziata o secessione» in programma domani ad Avellino dalle ore 10 nella sala Blu del Carcere borbonico.
«Il regionalismo differenziato – continua Fiordellisi – per come lo stanno immaginando, dalla documentazione visionata, crea fratture insanabili non solo tra regioni diversamente ricche, ma anche all’interno delle stesse regioni tra aree ricche e meno ricche, da noi in Campania si riproporrà in maniera drammatica la frattura tra costa ed aree interne».
«La Cgil e le altre sigle sindacali vogliono affrontare e discutere di come il federalismo fiscale affonda e colpisce i riparti del Fondo di solidarietà ai comuni che in Irpinia porterà all’impossibilita di far quadrare i bilanci. Senza equità e chiarezza il regionalismo differenziato, così come richiesto da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna spezza la Coesione e dimezza i già labili diritti sociali di altre aree del paese. Per questo, intendiamo dare informazioni sul tema e con l’iniziativa lanciamo il comitato contro la regionalizzazione della scuola promosso a livello nazionale dalla Flc Cgil, che ha avviato una raccolta firme su tutto il territorio in vista della mobilitazione del prossimo 17 maggio.», conclude Fiordellisi.
«La sfida – dice la segretaria confederale della Cgil nazionale Rossana Dettori che domani concluderà i lavori – che come sindacato, riteniamo debba essere accolta e rilanciata è quella di un percorso di attuazione del Titolo V che, a partire dalla definizione dei Lep, delle leggi quadro e dei fabbisogni standard, sia finalizzato alla riduzione delle insostenibili diseguaglianze esistenti nel Paese, per assicurare in tutte le Regioni l’esigibilità dei diritti sociali fondamentali e l’efficienza dei servizi pubblici».
Dettori è chiara, infine, nell’affermare che «l’autonomia per essere positiva, deve essere agita con l’obiettivo di raggiungere, nei differenti territori, standard uniformi, che devono essere definiti, non per alimentare le divaricazioni».