Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, continua il dibattito politico sulla revoca alla holding ” Atlantia ” della concessione autostrade di sua competenza. Secondo la società ” 4 Emme, che si occupa di ispezioni e verifiche sullo stato dei ponti, ne controlla circa 50 mila. L’anno scorso in una intervista all’Agi del suo direttore generale Settimo Martinello, subito dopo il crollo del ponte Morandi a Genova aveva detto che: i ponti italiani non sono a rischio crollo, ma se non si interviene, crolleranno. Andranno giù tutti ”.
Avendo partecipato negli anni sessanta, alla costruzione di un tratto autostradale, della Avellino – Candela di Puglia e, precisamente l’ex- lotto n.13 Grottaminarda – San Sossio Baronia, il tratto più critico, della dorsale appenninica, per i suoi numerosi viadotti, ne abbiamo controllati alcuni di quelli ricadenti nel comune di Flumeri.
Il tratto più impervio, è costituito dai viadotti , Serra dei Lupi, Macchione, Molinella e Brancaleone , quest’ultimo di lunghezza di ben 328 metri lineari. E tutti , presentano fessurazioni di alcuni pilastri, e , pulvini (architravi in testa ai pilastri per appoggio travi portanti della sede stradale.) per cui c’è bisogno di un restyling.
Restyling, che come si nota, è stato già fatto negli anni precedenti, ma allo stato attuale vanni rifatti Questo tratto di autostrada, fu inaugurato nel lontano 1969, e, come sanno gli addetti ai lavori, il calcestruzzo , ha bisogno di manutenzione continua, anche perchè la dorsale appenninica , in questo tratto è soggetta molto ai freddi e alle intemperie invernali. Nei viadotti menzionati, si notano già effettuati carotaggi ed esposizioni del ferro di armatura, sia dei pilastri, che di alcuni pulvini, per cui i tecnici, evidentemente stanno valutando il da farsi.
Però, al di là della valutazione dei tecnici, c’è da mettere in evidenza anche la cattiva gestione tecnica post interventi di manutenzione, effettuati in periodi precedenti. Perché, tutti i residui derivati da queste manutenzioni, sono stati lasciati sotto i viadotti. Come, blocchi di calcestruzzo, ferro di armatura, tubi di plastica, membrana bituminosa e spianato anche terreno proveniente da frane, occultando parzialmente anche pilastri.
Mentre questi materiali, dovevano essere portati in luoghi autorizzati, per essere trattati. Come del resto fanno tutti i cittadini, quando costruiscono o fanno manutenzione agli edifici, in rispetto alle leggi vigenti in materia.
Siamo tra coloro, che Atlantia continui la gestione delle autostrade, per il semplice motivo, che qualora si addivenisse alla revoca, sarebbe un salasso per i contribuenti italiani.
Perchè, la manutenzione che occorre a ponti, viadotti e gallerie , non è quantizzabile, per l’enorme quantità di denaro, che occorre per mettere in sicurezza queste strutture. E, se fino ad oggi i gestori di autostrade, hanno usufruito di enormi guadagni, è ora che lo Stato, intervenga su di essi, e far fare gli investimenti necessari, per la salvaguardia, di chi usufruisce e paga il transito autostradale.
Occorre però, che i controlli sui gestori siano veramente tali, e che i tecnici preposti al controllo, per il restyling di ponti, viadotti , gallerie e quant’altro, siano all’altezza del compito.
Geom. Carmine Martino