di Gianni Amodeo
Nola e Avella, due città, che, al di là delle varianti toponomastiche che ne contrassegnano le vicende, da Hyria a Nuvla per la prima, Abella per la seconda, hanno molteplici legami e rapporti, ancorati non solo alla stretta contiguità territoriale ed economico-produttive, ma anche e soprattutto ai processi da cui sono state interessate negli itinerari della storica del territorio. Ed un percorso di identità, in cui si riconoscono, è certamente connesso con la civiltà degli Osci, tra le popolazioni italiche più interessanti per la caratura dei costumi e per le dinamiche d’organizzazione sociale che esprimevano e praticavano. Uno degli elementi di maggiore valenza nel contrassegnare la comunanza delle due città è certamente il Cippus abellanus – un’eccezionale testimonianza della civiltà osca sul versante linguistico e filologico, oltre sulla specificità dei contenuti nel regolare i rapporti tra le due città nella gestione del Tempio dedicato alla venerazione di Ercole, la divinità protettrice delle acque.
Al Cippus abellanus– il Cippo abellano– è dedicata la Giornata annuale di studio che si celebrerà il 15 dicembre, in prima edizione, con iniziative che si svolgeranno con il diretto coinvolgimento diretto sia delle Istituzioni amministrative delle due città, sia delle comunità studentesche dei Licei e delle Scuole superiori del territorio.
La Sala della Meridiana– dov’è custodito il Cippo– nel Seminario vescovile, a Nola, accoglierà secondo turni mattutini d’orario stabiliti, le comunità scolastiche, per visite d’istruzione e approccio conoscitivo del Cippo e della storia che rappresenta.
In contemporanea, ad Avella nel Palazzo baronale, alle ore 11,00 nella Sala Alvarez de Toledo, è tutto da seguire il Focus di riflessioni sul Cippo che diventa simbolo per la tutela e la promozione del territorio, con la coordinazione del professore Pietro Luciano, direttore del Gruppo archeologico Amedeo Maiuri. Interverranno, il sindaco Vincenzo Biancardi, la dott.ssa Raffaella Buonaudo, dirigente della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle province di Avellino e Salerno, il professore Aniello Parma, docente di Diritto romano nell’ Università telematica Giustino Fortunato di Benevento e di Epigrafia latina nella Scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università del Salento, l’avvocato Domenico Caiazza, esperto di Diritto e studioso di Storia antica e medievale.
A conclusione del Focus, visita al Museo immersivo di Avella per l’approccio ad una serie di iscrizioni in lingua osca, con la diretta partecipazione delle rappresentanze delle comunità studentesche del comprensorio.
Una chiave di lettura cronachistica, che può essere utile ad inquadrare l’importanza del progetto culturale dell’Istituzione della Giornata annuale del Cippo abellano, è data dal testo del servizio apparso su queste colonne il due novembre scorso; testo che viene ri–pubblicato, per un percorso con lo start … in sordina, ma aperto ad interessanti orizzonti di conoscenza.
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Narrare, spiegare e divulgare il Cippo abellano nelle scuole come eredità culturale. Celebrare un convegno di studi e \ o un premio internazionale di epigrafia e storia sannitica. Promuovere lo studio delle istituzioni nella storia italica, usando i temi del Cippo. Inserire la città nell’itinerario del turismo lento, Il cammino dei sanniti.
Sono i quattro i punti–cardine del dispositivo di delibera, approvata dalla Giunta dell’amministrazione comunale della città dei Gigli, guidata dal sindaco Carlo Buonauro. Un provvedimento, che contempla l’istituzione della Giornata annuale del Cippo abellano, fissata il 15 dicembre, in coerente e stretta osservanza della ratio della legge 482 del 1999, coordinata alla tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche, con il riconoscimento sia dell’italiano come lingua ufficiale, sia della rilevanza socio-culturale delle lingue delle popolazioni albanesi, germaniche, greche, slave, croate, francesi, franco–provenzali, friulane, ladine, occitaniche e sarde che formano la multiforme costellazione delle piccole comunità etniche, insediate da millenni nei territori del Bel Paese, conservando-, di generazione in generazione e nella loro integrità,- usi,costumi e tradizioni, con saldi ancoraggi nell’alveo dell’italianità e negli ordinamenti che ne costituiscono la struttura.
E’ il quadro normativo, fondato sui principi dell’articolo 6 della Carta costituzionale, in sintonia con la più generale dimensione degli orientamenti e indirizzi normativi dell’ Unione europea, alla luce del Trattato di Maastricht del 1992, a cui è correlato. Una correlazione che fa capo al valore- cardine della cittadinanza europea che include e assorbe in sé i valori delle cittadinanze nazionali dei 27 Paesi dell’Unione, con altri 8 Paesi in lista d’ingresso. E’ la correlazione – a voler evocare il senso della spirale dei corsi e ricorsi storici sulle tracce di Giambattista Vico– che prospetta il multiforme profilo dell’ Europa, le cui radici affondano nella cultura dei greci che ne furono gli ideatori e inventori con la filosofia, l’arte, il teatro e la poesia, e che i romani plasmarono con le quadrate legioni armate e governarono con il diritto, conferendole, al contempo, organici e ben strutturati sistemi urbani, con viabilità e acquedotti in cui eccelsero per qualità di progettazione, consistenza costruttiva ed economicità.
La delibera della Giunta dell’amministrazione della città bruniana pone in pieno risalto i legami che connettono e fanno interagire Nola e Avella \ Abella, a cominciare dalle origini della loro fondazione in età osco–sannita. E’ la comunanza, testimoniata proprio dal Cippo abellano il monumento lapideo- custodito nella Sala della Meridiana, nel Seminario vescovile, nella città gigliata– sulle cui facciate sono incise, in lingua osca, le disposizioni del Trattato regolatore della gestione del Tempio dedicato ad Ercole, venerato quale divinità protettrice delle acque. E,di passaggio, giova ricordare che Avella \ Abella è la città delle acque, sia per il Clanio, il fiume torrentizio che l’attraversa, sia per le acque sorgive dell’omonima corona montana.
Un monumento unico in sé, il Cippo abellano, di fondamentale importanza per l’analisi e la comprensione della lingua osca, per non dire dei contenuti specifici che denotano il vicendevole e fiduciario rispetto delle regole del buon vicinato, consapevole pre – condizione di quello che con linguaggio corrente si chiamerebbe spirito di legalità … innato per costume di vita. E le comunità osco–sannite, figurano tra le più dinamiche ed operose nella lunga storia dei popoli italici, prima della romanizzazione.
Il vasto programma che ispira il provvedimento della Giunta– Buonauro, non nasce dal caso, prende, invece, impulso e lunga visione dal cospicuo patrimonio storico–artistico e archeologico, di cui dispongono le due città, e in larga parte da ri-scoprire e porre in valore socio-culturale; patrimonio, di cui sono simboli parlanti il Museo storico–archeologico dell’area nolana e il Museo immersivo di Avella,- per se stessi autentici attrattori che ormai catalizzano flussi turistici crescenti-, distanti l’uno dall’altro dieci chilometri, incrociando a mezza lingua di strada il complesso delle Basiliche paleocristiane, a Cimitile, meta el urismo religioso. Ed è il … meno che si possa porre in vetrina.
Ma la Giornata annuale è anche il frutto del Forum, svoltosi il 4 marzo scorso nel Museo di via Senatore Cocozza, indetto e organizzato dal Comitato regionale dei Gruppi archeologici della Campania con il patrocinio morale delle amministrazioni comunali delle due città e della Diocesi paoliniana per la presentazione del saggio, Il Cippo abellano. Una nuova interpretazione e scritti a corredo, con l’intervento dell’autore, Domenico Caiazza, avvocato penalista, esperto di storiografia locale, a cui si devono approfondite ricerche e studi metodici sui territori e sulle comunità dell’Alto casertano. Un Forum ben partecipato, la cui chiave politico-amministrativa fu espressa dagli interventi della dott.ssa Anna Alaia, in rappresentanza del sindaco di Avella, Vincenzo Biancardi, e del sindaco Carlo Buonauro, magistrato del Tar di Bologna e docente universitario di diritto amministrativo e di diritto tributario. Particolari le argomentazioni sviluppate da Buonauro, con l’obiettivo puntato sulla buona ed efficace governance dei territori, promuovendo e favorendone la coesione e tutte le interazioni praticabili.