L’ex sindaco di Sperone, Salvatore Alaia, ha espresso forti critiche in seguito al convegno tenutosi il 18 ottobre ad Avella, dove è stato presentato uno studio sulle nuove fonti idriche sotterranee nei Monti di Avella e nella Piana del Mandamento baianese. Durante l’evento, il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, ha parlato della necessità di rilanciare l’Alto Calore e di investire per risolvere l’emergenza idrica che attanaglia la provincia di Avellino. Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno suscitato l’indignazione di Alaia, che non ha esitato a esprimere il proprio dissenso.
Secondo Alaia, il territorio irpino viene considerato dalle istituzioni solo per essere sfruttato e privato delle sue risorse naturali, senza che si tenga conto delle reali necessità della popolazione locale. “Giù le mani dalle nostre acque – ha dichiarato Alaia –. Come si permette Bonavitacola di dire che vuole rilanciare l’Alto Calore? Ma stiamo dando i numeri. Il nostro è un territorio che viene preso in considerazione solo per essere sfruttato e poi abbandonato a se stesso”. Le parole dell’ex sindaco riflettono un sentimento diffuso tra i cittadini, che temono che i nuovi investimenti possano tradursi in un ulteriore sfruttamento delle risorse idriche locali a vantaggio di aree esterne alla provincia.
Il convegno di Avella e lo studio sulle nuove fonti idriche
Durante il convegno, il professor Sabino Aquino, docente di Geologia Applicata all’Università Telematica PEGASO, ha presentato i risultati di uno studio che ha individuato nuove sorgenti e pozzi sotterranei in grado di fornire fino a 900 litri di acqua al secondo in più per la provincia di Avellino. L’iniziativa, oltre a Bonavitacola, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali locali, sindaci del baianese e i consiglieri regionali Enzo Alaia e Vincenzo Ciampi. L’obiettivo dichiarato era quello di promuovere un confronto tra comunità scientifica e istituzioni per tutelare l’ecosistema e rispondere alle esigenze idriche della popolazione.
Le accuse di Alaia: “Non siamo una riserva d’acqua per gli altri”
Salvatore Alaia ha sottolineato come il territorio irpino sia stato storicamente oggetto di politiche che hanno portato benefici ad altre aree, lasciando però in difficoltà le comunità locali. “Non possiamo più tollerare che la nostra terra venga considerata una riserva d’acqua da cui attingere per risolvere i problemi altrui”, ha affermato. “Abbiamo diritto a un uso equo e sostenibile delle nostre risorse, non possiamo essere solo sfruttati e poi dimenticati”.
L’ex sindaco ha anche messo in dubbio l’efficacia delle misure proposte per rilanciare l’Alto Calore, sottolineando che, prima di parlare di nuove infrastrutture e di potenziamento della rete idrica, sarebbe necessario risanare le falle esistenti e migliorare la gestione delle risorse già disponibili. “Si parla di rilancio, ma cosa significa davvero? Senza una strategia chiara e trasparente, rischiamo che le promesse si traducano in nuovi sprechi e in una gestione poco lungimirante delle risorse”.
Le preoccupazioni per l’ecosistema e la gestione del territorio
Le dichiarazioni di Alaia evidenziano una preoccupazione diffusa per le ripercussioni ambientali e sociali che le politiche regionali potrebbero avere sull’Irpinia. La necessità di preservare l’equilibrio dell’ecosistema locale e di garantire un uso sostenibile delle risorse naturali è vista come prioritaria da molte realtà del territorio, che temono che i nuovi progetti possano aumentare la pressione sulle già fragili risorse idriche.
Alaia ha chiesto che, prima di qualsiasi intervento, vengano coinvolte maggiormente le comunità locali e si apra un vero confronto con chi conosce il territorio e le sue problematiche. “Non possiamo accettare decisioni calate dall’alto, senza che si tenga conto delle reali esigenze della nostra gente. La nostra acqua deve servire innanzitutto al nostro territorio”, ha concluso.
La risposta della politica: una questione aperta
Le parole di Salvatore Alaia gettano luce su una questione complessa, che coinvolge non solo l’aspetto tecnico della gestione idrica, ma anche quello politico e sociale. La sfida per le istituzioni regionali sarà quella di trovare un equilibrio tra l’esigenza di risolvere l’emergenza idrica e il rispetto dei diritti delle comunità locali, che chiedono trasparenza e garanzie sul futuro delle risorse naturali dell’Irpinia.
Il convegno di Avella ha aperto un dibattito che sembra destinato a proseguire nei prossimi mesi, con la necessità di confrontarsi con i rappresentanti del territorio e con i cittadini, affinché le decisioni prese possano realmente contribuire al benessere della comunità e alla salvaguardia dell’ambiente.