Roma – La Infrastrutture Wireless Italiane (INWIT) s.p.a. ha presentato un ricorso in appello al Consiglio di Stato contro il Comune di Avella e il Sig. Saverio Canonico. La società, rappresentata dall’avv. Giovanni Zucchi, contesta la sentenza del T.A.R. Campania – Salerno n. 1023/2024, pubblicata il 9 maggio 2024, che aveva dichiarato il ricorso di primo grado improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
**Il Caso**
INWIT s.p.a., azienda leader nella realizzazione di infrastrutture per le telecomunicazioni, ha ricevuto l’incarico da TIM s.p.a. e Vodafone s.p.a. per costruire un palo metallico destinato a ospitare antenne trasmittenti per la telefonia mobile, inclusa la tecnologia 5G, su un terreno agricolo nel comune di Avella.
Il 15 maggio 2023, la società ha presentato al Comune di Avella un’istanza di autorizzazione unica tramite il portale SUAP, come previsto dagli articoli 43, 44 e 49 del D. Lgs. n. 259/03. Non avendo ricevuto un diniego entro i 60 giorni successivi, il silenzio-assenso si è formato il 14 luglio 2023.
Nonostante ciò, il Comune ha emesso l’ordinanza n. 21 del 3 agosto 2023 per sospendere i lavori, seguita dall’ordinanza n. 29 del 14 settembre 2023 che ordinava la demolizione delle opere già realizzate. INWIT s.p.a. ha impugnato tali ordinanze al T.A.R. Campania – Salerno, che ha accolto l’istanza cautelare sospendendo la demolizione e fissando l’udienza di merito per l’8 maggio 2024.
**La Sentenza del T.A.R.**
Il Comune ha depositato documenti, tra cui un nuovo regolamento comunale approvato nel dicembre 2023, che non includeva il sito scelto da INWIT s.p.a. per l’installazione. Il T.A.R. ha ritenuto applicabile il nuovo regolamento e ha dichiarato il ricorso improcedibile, qualificando l’istanza come SCIA e non come autorizzazione.
**Le Motivazioni dell’Appello**
INWIT s.p.a. ha presentato ricorso in appello, sostenendo che l’istanza fosse inequivocabilmente un’istanza di autorizzazione, come dimostrato dal contenuto dell’istanza stessa e dai documenti allegati. La società sostiene che il silenzio-assenso si è formato il 14 luglio 2023, prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento comunale, rendendo quest’ultimo inapplicabile.
La sentenza del T.A.R., secondo INWIT s.p.a., è errata e ingiusta, con evidenti difetti di istruttoria e illogicità. Pertanto, la società richiede l’annullamento o la riforma della sentenza impugnata, previa sospensione.
La vicenda solleva importanti questioni riguardanti l’interpretazione delle normative relative alla realizzazione di infrastrutture per le telecomunicazioni e l’applicazione del silenzio-assenso. Il Consiglio di Stato sarà chiamato a pronunciarsi su un caso che potrebbe avere rilevanti implicazioni per il settore delle telecomunicazioni in Italia.