Nel marzo del 2017 presso la struttura delle suore Canossiane in Avella la ONLUS Movimento Apostolico Ciechi che presiedo personalmente nella diocesi di Nola, ha organizzato un convegno regionale sui temi legati alla famiglia ed al rapporto di questo “gruppo sociale” con il territorio di appartenenza.
Dal Vecchio Testamento viene il primo riconoscimento alla famiglia, che il profeta Mosè definisce testualmente “ il mattone della società”.
La Chiesa nella enciclica papale “Mulielis limitatem” dell’allora pontefice Giovanni Paolo II riprende il tema della famiglia, considerata come vera e propria struttura di una microsocietà, nella quale le figure parentali (la donna in primis) rappresentano un reale e concreto supporto nella crescita valoriale, affettiva, sociale ed economica di tutte le sue componenti. Viene anche sottolineata l’opera di supporto che il nucleo di appartenenza produce nei confronti delle fasce più deboli del nostro vissuto: bambini, anziani, persone in difficoltà.
Nel romanzo “Vizi privati e pubbliche virtù” della scrittrice Natalia Ginzburg viene posto in evidenza la ragnatela di relazioni che intercorrono nella famiglia di fine secolo scorso, relazioni edificanti che talvolta si trasformano in pura ipocrisia ed in azioni educative spesso astratte se non sterili.
Recentemente il sociologo Francesco Alberoni in un intervista sulle frequenze radiofoniche della Rai ha avuto modo di affermare : “ la famiglia è un elemento in crisi, talvolta lasciata al suo destino senza servizi di supporto di tipo psicologico, economico e sociale. Spesso l’assenza delle istituzioni produce distacco e disgregazione fra la generazione dei genitori e quella dei figli, rigettando sulla pubblica istituzione scolastica competenze e ruoli che non possono essere assorbiti con l’attuale organizzazione della pubblica istruzione.
Il Movimento Apostolico Ciechi ritiene di poter proporre alle SS.LL. una proposta di tipo “politico”, nel senso più alto del termine così come interpretato nel pensiero del filosofo Aristotele. La politica è l’insieme delle scelte, che dovrebbero essere capaci di rispondere alle esigenze, ai bisogni, alla difesa dei diritti di tutti i cittadini, in modo particolare di coloro che sono definibili per reddito, per cultura, per patologia, per estrazione sociale le “ fasce più deboli”.
A quest’ultima categoria penso di poter assegnare gli alunni a rischio di disagio e di disadattamento, le persone diversamente abili, gli anziani non autosufficienti, i malati allettati ed in situazioni di patologie terminali, le persone senza reddito, le persone con dipendenze di vario genere e di varia natura.
A mio parere una Amministrazione comunale attenta e vigile del proprio territorio non dovrebbe limitarsi ad attribuire una generica competenza all’interno del settore più ampio definito delle politiche sociali, ma
dovrebbe individuare nelle risorse interne al consiglio comunale e/o interne all’associazionismo, una figura capace di avere competenze in merito a :
1. Monitoraggio e conoscenza dei nuclei familiari presenti nel Comune; 2. Individuazione delle persone diversamente abili; 3. Individuazione delle persone in terza età e, comunque, non autosufficienti; 4. Individuazione di minori nell’obbligo scolastico a rischio di dispersione ed evasione; 5. Individuazione e composizione delle famiglie individuate senza reddito; 6. Collaborazione con l’ente privato parrocchia per il monitoraggio delle situazioni di generico disagio familiare ; 7. Organizzazione di una pubblica conferenza dei servizi in merito.
Tutto questo deve essere il frutto di una sinergica azione con i servizi sociali presenti nell’ambito di zona ed in specifica collaborazione con l’ufficio anagrafe per la enucleazione dei gruppi e dei singoli in difficoltà riconosciuti nel territorio afferente all’ente locale.
Il delegato alle politiche/problematiche familiari dovrebbe ottenere una investitura politica dalla Giunta Comunale e dal Consiglio Comunale, venendo così considerato “ un vero e proprio tecnico”, rappresentativo delle esigenze perorate dai consiglieri del gruppo di maggioranza come da quelli del gruppo di minoranza.
Tale proposta è stata già avanzata ai comuni di Avella ed al Comune di Baiano, nella considerazione che in queste zone siano rappresentati i maggiori disagi. Non dimentichiamoci, lo dico dall’alto della mia esperienza di dirigente scolastico, che nel tessuto sociale del comune di Sperone l’arrivo nel tempo di cittadini provenienti dalle zone dell’interland napoletano, ha prodotto qualche scompenso e qualche squilibrio in alcuni nuclei familiari e, conseguentemente, in coloro che lo compongono (minori, diversamente abili).
Mi permetto di foraggiare tale iniziativa al fine di costituire un ulteriore servizio al territorio di Sperone, che va ad aggiungersi alle azioni in atto operate da organizzazioni private. Anche queste ultime dovrebbero essere investite della responsabilità di collaborare con il futuro delegato alle politiche familiari e nessuno intenda questa proposta come un esplicito o implicito indebolimento dell’attuale Assessorato alle politiche sociali, il quale dovrebbe unicamente esprimere giudizi di soddisfazione per la possibilità di defalcare parte delle competenze e di poterle condividere con la nuova figura proposta.
In attesa di avere da parte delle SS.LL. un contatto ed un riscontro alla proposta, rimango a disposizione per ulteriori e qualsivoglia informazioni e chiarimenti, dichiarando la propria disponibilità anche ad esprimere un impegno diretto in materia.
Lì, 01/08/2019
Il Presidente Diocesano
Vincenzo Serpico