La tradizione campana vuole che questo delizioso elisir venga preparato con le noci raccolte nella notte del 24 giugno, in occasione della festa di San Giovanni. In effetti, questo è il periodo migliore per avere a disposizione noci dal gusto intenso, non ancora mature e quindi ricche di oli essenziali. Tante sono le leggende che ruotano intorno a questo liquore, credenze e dicerie più o meno attendibili che ne fanno una bevanda misteriosa. Nessun mistero, tuttavia, sulle sue spiccate proprietà digestive. Lo sanno bene un gruppo di avvocati del baianese che hanno deciso di rispettare la tradizione, stiamo parlando dei avvocati avellani Modesto Prisco e Michele Napolitano e dell’avvocato Francesco Orciuoli di Sperone. Muniti di noci, alcool, spirito e tutto l’occorrente, hanno costituito un vero e proprio collegio difensivo per mettere appunto la tradizionale ricetta. Ecco come hanno proceduto.
“Lavate le noci con tutto il loro mallo verde e asciugatele accuratamente. Tagliatele quindi in quattro spicchi che trasferirete in una capiente boccia di vetro provvista di chiusura ermetica. Versate quindi anche l’alcool, aggiungete la cannella e i chiodi di garofano. Chiudete il recipiente ermeticamente e lasciate in infusione per circa 40 giorni. Di tanto in tanto andate a controllare, agitando energicamente. Trascorso questo tempo, filtrate il liquido in modo da eliminare ogni traccia solida. Su fiamma dolce, fate sciogliere lo zucchero in circa 150 ml. di acqua. Non appena questo sciroppo sarà tiepido, mescolatelo all’alcool filtrato, fino a completa fusione. Quindi imbottigliate e lasciate riposare per almeno un mese. Il trentaduesimo giorno stappate e gustate il vostro nocillo napoletano!
A noi non resta che attendere per giudicare se oltre ad essere bravi avvocati siano anche ottimi preparatori di nocillo.