A gennaio fioriranno le corolle in giallo, il colore della Stella di David che identificava gli ebrei deportati in massa nei campi di sterminio disseminati nell’Europa occupata dal 1939 al 1943, in cui la Germania hitleriana consumò gli orrori dell’Olocausto .
Gianni Amodeo
Foto-gallery di Generoso De Gennaro
Li hanno ricevuti in palma di mano ancora incartati quasi in forma di caramella – i bulbi dei crocus – e con delicatezza li hanno liberati dall’involucro, per deporli nei piccoli incavi di superficie ai piedi dell’alta palma, che svetta, con l’immancabile pennacchio di sbarazzini rami a ciuffo ribelle, nell’ampio piazzale d’ingresso del Plesso della Scuola media Giuseppe Parini dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII, in via Luigi Napolitano. E così, ragazze e ragazzi – di necessità in ristretta delegazione in rappresentanza delle classi del Plesso, mantenendo, del resto, con sereno autocontrollo la distanza di sicurezza sanitaria nel rispetto delle disposizioni anti coronavirus, in tutte le fasi della manifestazione, sia “esterne” che nell’Auditorium – hanno scelto e circoscritto il sito dell’ aiuola, in cui a gennaio del 2022 saranno cresciuti folti, e in gran numero, gli snelli gambi, su cui si saranno già aperte le corolle dei crocus nei morbidi petali di colore giallo.
E’ la bella e pre-figurata aiuola speciale, che annuncia e fa da messaggera del progetto didattico e formativo di valenza internazionale – l’Holacaust Education Trust Irland, l’Heti in acronimo- per compiere il percorso che sia ispirato dal dovere della memoria e della conoscenza, declinate con spirito di riflessione acuta e senso critico autentico, per comprendere il presente. E’ il percorso, mirato ad evitare e a rimuovere tutte le cause e le condizioni, che possano favorire il ritorno alle tragedie e agli orrori del passato, come l’immane ed inenarrabile Olocausto, che segnò lo sterminio di oltre sei milioni di ebrei, e con loro di centinaia di migliaia di rom, zingari, frange di minoranze etniche, tutti esseri umani schiavizzati, resi apolidi e considerati di razza inferiore, sub-umana appunto. Un abisso di abominio del ‘900, come tutti i totalitarismi.
E che nell’aiuola speciale campeggino i crocus dei petali gialli, serve a rinnovare e ravvivare il ricordo della Stella di David su campo giallo, il segno distintivo, con cui erano identificati gli ebrei dalle articolazioni militari e poliziesche della Germania nazista. Era il segno dell’annullamento dei principi universali dei diritti dell’ umana cittadinanza; annullamento, con la spoliazione di ogni condizione di dignità alla vita, rendendo gli ebrei cose, scarti da buttare. Un segno particolare, quello della Stella di David su campo giallo, inserito nell’ampio lessico militar–poliziesco, fatto di triangoli unitari e triangoli sovrapposti, con il variare dei colori, con cui i nazisti identificavano gli ebrei e i politici da perseguitare, deportare e sopprimere.
Il Progetto– Heti si carica, in specifico, di considerevole forza evocativa, nel fosco ed angoscioso quadro della terribile storia delle bambine e dei bambini -almeno un milione e mezzo – che incontrarono lo sterminio di sé e della loro innocenza- insieme con i genitori- tra gli stenti e la fame nei campi di concentramento e nei forni crematori allestiti e gestiti dai nazisti nel Vecchio continente. E senza dimenticare le bambine e i bambini che furono utilizzati come cavie per folli e avventurose sperimentazioni genetiche.
L’impronta e lo spirito del Progetto– Heti-, a cui aderiscono l’Istituto comprensivo “Monsignor Pasquale Guerriero” , con i due plessi di Avella, l’Istituto statale d’Istruzione superiore ad indirizzo tecnologico “Rita Montalcini \Galileo Ferraris”, di Saviano, e l’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII”, con i quattro plessi di Baiano e Sperone– sono stati presentati ufficialmente nel Plesso della Media–Parini, proprio a Baiano, con gli onori di ospitalità resi dal professore Vincenzo Serpico, dirigente del “Giovanni XXIII”. Un’agenda che prevede attività ed iniziative di studio- affermava, Serpico– che si svolgeranno negli Istituti coinvolti nell’iniziativa, in vista del Giorno della Memoria, che ricorre il 27 gennaio del 2022.
Sarà- spiegava- una piccola, ma tangibile opportunità per far crescere la coscienza civile e il ripudio della violenza in tutte le sue forme, tra le giovani generazioni. Il professore Vincenzo Gagliotta, dirigente dell’Istituto comprensivo “Guerriero” nel focalizzare il valore etico e sociale dell’Heti, sottolineava la necessità di tenere sempre alto il livello di guardia e di attenzione verso tutte le manifestazioni di odio e violenza razziale, che nei nostri giorni serpeggiano e risaltano in tante realtà territoriali. La conoscenza e la cultura ne sono- aggiungeva, Gagliotta– ne sono l’antidoto. Piena adesione al progetto- Heti, era espressa dal sindaco Enrico Montanaro, a nome dell’amministrazione che guida e dell’intera comunità cittadina.
A fare da sfondo e cornice ai momenti di presentazione del Progetto d’Interscuola, erano le riflessioni lette da ragazze e ragazzi sui temi della Shoah, con gli intermezzi musicali sia delle Orchestre dei Plessi del “Giovanni XXIII” che del Quartetto dei docenti di Educazione musicale , Antonio Avitabile, al violoncello, Francesco Napolitano, all’oboe, Antonio Ruocco, al violino, e Giuseppe Giulio Di Lorenzo. Davvero brillante e suggestiva l’esecuzione del Quartetto nel proporre, tra gli altri, brani di Schindler’ s list, di John Williams, di The rose, di Ola Giello, e de La vita è bella, di Nicola Piovani.
Un sigillo di qualità per il progetto- Heti, il cui senso compiuto si legge nella frase di Primo Levi, estratta da I sommersi e i salvati, il lucido saggio pubblicato negli anni ‘80 … recita Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario; frase che suona come monito e appello a “leggere” attentamente il ripetersi nei nostri giorni di eventi attraversati da odi razziali e anti-ebraici, che si rincorrono specie nelle periferie di Parigi, ma anche a Londra e Berlino. E’ la frase che spicca nel pannello, che campeggia sull’ aiuola speciale del Giovanni XXIII- Giuseppe Parini.
E la conoscenza – viene da aggiungere- è semplice atto di buona volontà e normale intelligenza, con il collante del buon senso comune, nutrito di paziente studio e letture attente senza pre–giudizi.