di Gianni Amodeo
Dici Area protetta e ti vien fatto di disegnare e rappresentare nel tuo immaginario un sito di particolare interesse e valore naturalistico da tutelare, anche e soprattutto per la specifica funzione -avvalorata dalle norme della legislazione regionale in materia- che esercita a garanzia della tenuta degli equilibri geologici di riferimento. Dici Parco e identifichi- sempre nel tuo personale immaginario- quel “valore aggiunto”, in cui si combinano e interagiscono in armonia le pregiate alberature tipiche e caratterizzanti dei territori, configurando i boschi e la vegetazione da cui sono ravvivati, fornendo il miglior habitat possibile a tutte le specie viventi per le quali i boschi sono accoglienti dimore e rassicuranti rifugi . E’ l’armonia, in cui si riconosce l’operosa mano dell’uomo che se ne prende cura, conferendo al Parco quell’impronta del bello naturale che lo rende attrattivo e da vivere, rispettandolo.
E’ – questa- la corrente e normale declinazione che dà significato e senso al ruolo del mix Area protetta–Parco regionale. Una declinazione di normalità, che, però, non appartiene da tempo – forse, fin dall’atto istitutivo riferibile dagli anni ’70- al Parco del Partenio, che gode di una straordinaria franchigia, per la quale costituisce sempre più un’ entità “altra” e a sé stante, che di certo non aderisce ai canoni di un comune Parco normalmente gestito e amministrato, senza rientrare per nulla nella sfera della legalità.
E’ la franchigia, tanto per dire, per la quale la pratica dei tagli abusivi, in boschi di proprietà pubblica e comunale, sul versante caudino come su quello dell’ Alto Clanio, è tanto permanente e diffusa, specie nei mesi autunnali e invernali da sembrare “normale”. E’ una prassi che sfugge ad ogni regola e controllo, generando gravi e spesso irreversibili danni al patrimonio arboreo. Un fenomeno di elevata pericolosità eco-ambientale, che sottrae, per giunta, importanti risorse economiche per le casse dei Comuni interessati. E non si contano le segnalazioni e gli esposti delle associazioni e dei gruppi ambientalisti, per segnalare il fenomeno alle Istituzioni, senza ricevere le risposte auspicate di prevenzione e contrasto, per neutralizzarne gli effetti. Eclatante, sotto questo aspetto, la grave situazione rappresentata lo scorso novembre al Palasport di Cervinara, nell’ambito delle iniziative del Festival dell’ambiente. Uno scenario di criticità e negatività marcate,in cui le manomissioni e devastazioni degli incendi “recitano” la loro parte …. funzionale alla formazione di rigogliosi pascoli.
Il racconto del Parco negato del Partenio si ”legge” ora nelle foto delle Rete sociale attiva, l’importante e attiva associazione dei consumatori, presieduta dall’avvocato Almerigo Pantalone. E’ il racconto che focalizza il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti- speciali, boschivi e ingombranti- nei boschi del Partenio. Un fenomeno tutt’altro che nuovo. La novità è data, però, dalla presa di posizione della Rete sociale attiva che si mobilita, annunciando anche azioni e procedure giudiziarie e chiamando direttamente in causa gli amministratori dell’ Ente Parco e lo stesso presidente del Parco, Franco Iovino; è l’appello a rivitalizzare il ruolo del Parco, “liberandolo” dai fenomeni che ne compromettono e condizionano la ragione di essere. In realtà, il Parco tiene in serbo importanti risorse e potenzialità, ma vanno rese concrete e praticabili con una “governance” strutturata ed organica, per il cui esercizio è fondamentale la condivisione responsabile e fattiva delle amministrazioni comunali, i cui territori afferiscono al Parco.
Finora, però e purtroppo, il Parco è stato “considerato” e … utilizzato come un accessorio banalmente inutile nel perimetro della più usuali e ricorrenti pratiche della routine amministrativa. Un vuoto di prospettiva, mentre il Parco non solo può favorire l’attuazione di autentiche politiche ambientali, coniugate con adeguate scelte di pianificazione urbanistica, ma anche una fattiva opportunità di sviluppo del territorio, facendo leva sul turismo green e sostenibile. Un percorso su cui è utile operare, nella responsabile consapevolezza, per la quale il turismo è risorsa solo si programma e attua con scelte congrue e servizi efficienti per qualità e forza di attrazione. Una ragione in più per prestare attenzione all’iniziativa di Rete sociale attiva. Sarà interessante registrare le risposte degli interlocutori chiamati in causa e soprattutto degli amministratori locali, che, in realtà, esercitano i veri poteri decisori sui territori. Il