Ebbene si, la Fondazione perde un altro pezzo, questa volta il Presidente. Era da tempo, dal secondo mandato che questo organismo aveva difficoltà sostanziali nell’operare, nell’organizzazione, erano venuti meno i principi di collegialità e organizzazione comune degli eventi. Era da tempo che aveva visto la mia persona allontanarsi, ma non dimettendomi, perché credo che gettare la spugna rappresenti una sconfitta. Ho esternato molteplici volte in Cda, il mio dissenso su alcune iniziative che non avevano come scopo quelli espressi nello statuto, ma senza avere riscontri. La gestione di questo Ente si concentrava, con la rappresentanza di una sola persona, ossia il presidente, ad organizzare cose senza fini ed utilità per questo paese. Statuette, libri di ogni genere, premiazioni a ristoratori vari del Napoletano, solo ed esclusivamente per qualche momento di visibilità o gloria. La situazione era scappata di mano ormai, la Fondazione, esisteva solo sulla carta, per portare avanti il servizio Siat, le uniche risorse erano le entrate di quest’ultimo e delle indennità del sindaco, non aveva disponibilità economiche per poter operare con iniziative proprie. Decisione maturata credo un po’ in ritardo, rispetto a quando ha visto la mia persona allontanarsi, quando ripeteva allo stesso che le cose non andavano per il verso giusto. Dovevamo avere la capacità di autofinanziarci, affinché si potesse avere un ruolo importante per la crescita di questo paese..In un assemblea ho ribadito la non collegialità del Presidente,ossia la gestione singola delle cose, per conto proprio ma a nome della Fondazione. Mi é stato risposto che forse lui correva più degli altri,al rammarico aggiungo e voglio ricordare che il sottoscritto é stato sempre il primo quando si doveva correre. Forse c’era qualcosa che non andava, si stavano perdendo i reali obiettivi per cui era nata questa Fondazione. Bisognava capire il perché avessi scelto di rallentare. Un processo di conoscenza dei nostri siti, passa appunto dalla possibilità di poter creare attrattive turistiche, permettere di far affluire persone e di ritornarci. Questo organismo aveva bisogno di una mano concreta nel partecipare a dei bandi con dei progetti seri, per attingere a qualche finanziamento esterno e risollevare le casse comunali. Era da anni che ripetevo al Presidente che la gestione di questo Organismo, insieme alle proprie attività, dovevano essere concordate e votate in assemblea, ma niente. Restiamo in attese di conoscere la nomina di 2 membri, che andranno a sostituire quello dimissionario e quello con un mandato scaduto da tempo, rappresentato dalle associazioni, al fine di discutere in Cda progetti futuri. Questa mia considerazione non vuole affatto mettere alla gogna un dimissionario, o aprire un caso mediatico, ma solo far capire che le mie perplessità sulla gestione di questo Ente, erano fondate. Confido in questa amministrazione che ha avuto nel lontano 2012,l’intuizione di istituire questo organismo, e che insieme alle opposizioni, possa attuare modifiche concrete e permettere il buon funzionamento.
Alberto Ciano (Membro consiglio di amministrazione Fondazione Avella Città d’Arte)