La storia di cui ci occupiamo oggi è quella di un giovane polacco di nome Marek, venuto in Italia con la sua famiglia quando aveva poco più di 15 anni per cercare un futuro migliore. Era il periodo della grande fuga dai paesi dell’Est, dove i cittadini della Polonia sceglievano la nostra nazione anche grazie al fatto che qui c’era un loro connazionale, il papa, KAROL WOJTYLA – Papa Giovanni Paolo II.
La famiglia di Marek arrivata in Italia si trasferisce ad Avella dove papà e mamma con lavori di vario tipo, molte volte saltuari, cercano di tirare avanti la famiglia. Passano gli anni e il giovane Marek si integra nel tessuto territoriale avellano anche se con molte difficoltà. Quella fortuna che la famiglia sperava di trovare purtroppo non arriva, anche perchè il nostro paese si ritrova in piena crisi economica, ma nonostante ciò riescono a tirare avanti anche se con molte difficoltà. Il destino però è dietro l’angolo, Marek si ammala di quello che oggi può essere definito il male del benessere: il diabete. Davvero una beffa per il giovane polacco, ma, permettetemi, io lo chiamerei giovane avellano. Malattia che negli ultimi decenni è aumenta vertiginosamente nel mondo. Famiglia onesta ed educata, quella di Marek, che ha saputo inculcare al figlio quelli che sono i principi fondamentali dell’essere umano: rispetto e onesta nel prossimo. Nonostante la malattia Marek continua la sua vita da cittadino “italiano”, anche se la cittadinanza non la ha mai ricevuta, cercando di aiutare la sua famiglia fino a quando domenica notte ecco il dramma. Ha una crisi nel sonno, forse nessuno si accorge che il giovane 30enne necessità di una immediata siringa di insulina, quando i genitori si accorgono che Marek sta male è forse troppo tardi, il giovane viene soccorso dal 118 e trasportato d’urgenza in ospedale dove da li a poco muore. Un dramma che ha sconvolto i suoi genitori e chi in questi anni avevano aiutato la famiglia polacca a sopravvivere. La vicenda si rattristisce ancora di più perchè non è stato neanche possibile, sempre per le restrittezze economiche, concedere l’ultimo saluto al giovane Marek, ovvero un funerale degno a cui si concede ad ogni essere umano di fede cattolica, quale lui aveva. La salma viene grazie anche all’interessamento del Comune di Avella, che se ne accolla che spese, fatta trasportare dall’obitorio del Moscati di Avellino presso il cimitero di Avella dove è stata tumulata e solo questa mattina, Don Giuseppe Parisi, parroco avellano, insieme ai suoi genitori e pochi intimi, ha benedetto la salma del giovane polacco, nell’indifferenza di un paese che Marek Grabowky e i sui genitori avevano scelto per una vita migliore.