di Gianni Amodeo
E’ un binomio ad intensa valenza di reversibilità, quello che connette Avella, l’italica millenaria città fondata dagli osci, e la coltura tipica della nocciola, che ne connota il territorio, derivandone l’appellativo di avellana, costituendone il brand per eccellenza che circola nel mondo per uno dei più rinomati e più conosciuti comparti dell’industria dolciaria, oltre che della pasticceria d’alta classe, di cui la nocciola è la materia prima.
A costituirne una testimonianza di sicuro rilievo, sono la chiave ispiratrice e la ratio del protocollo d’intesa sottoscritto dall’avvocato Antonio Larizza, presidente della Fondazione Avella, Città d’Arte, dal giovane imprenditore Francesco Sodano, titolare dell’ omonima Azienda agricola, attiva nel settore della lavorazione, trasformazione della nocciola con un notevole ciclo produttivo articolato in varie specialità dolciarie, la cui commercializzazione diretta le permette di essere ben competitiva sui mercati, anche per la scelta-biologica della nocciolicoltura praticata su suoli agrari di proprietà familiare. Un protocollo d’intesa – siglato in forma di pubblica ufficialità nell’accogliente Info point che fa da porta a quell’emblema parlante della storia della città qual è l’ Anfiteatro romano– che contempla impegni di reciproca e feconda cooperazione tra Fondazione ed Azienda a supporto di un percorso progettuale che serva a promuovere e a valorizzare il territorio con attrattive e qualificate iniziative di interesse culturale.
Con il protocollo firmato, l’ Azienda Sodano ha conferito alla Fondazione un contributo economico pari a 1500 euro destinati alle attività dell’ Ente, la cui gestione operativa per organizzare eventi e manifestazioni viene resa possibile fin dall’istituzione- varata dalla civica amministrazione nel 2011 con lo Statuto che ne garantisce l’autonomia di programma e gestione- in virtù della dotazione economica costituita dalle indennità di carica, a cui hanno rinunciato in tutti questi anni il sindaco Domenico Biancardi e gli assessori di turno nella Giunta dell’Ente di piazza Municipio . Un esempio di liberalità e di encomiabile spirito civico.
LE IMPRESE CHE CONCORRONO ALLA CRESCITA DEL TERRITORIO
Sulle ragioni del partneriato tra la dimensione privatistica rappresentata nella fattispecie dall’Azienda Sodano– e il prevalente profilo pubblicistico della Fondazione era calibrato l’intervento dell’architetto Raffaele Troncone, delegato del Fondo ambiente Italia della provincia di Avellino, focalizzando gli aspetti della diffusa pratica culturale nel mondo anglosassone,con cui si dà risalto al principio della responsabilità sociale delle imprese private che concorrono alla crescita delle comunità, investendo in progetti e attività di pubblica e generale utilità,eticamente condivise. Come per dire che le imprese e le comunità sono interdipendenti nelle rispettive potenzialità di sviluppo; e le imprese si evolvono, se concorrono a far sviluppare le comunità e i territori di riferimento, di cui sono parte integrante. Una tematica- questa- su cui si soffermava, il dottor Mario Cesarano, direttore del Museo archeologico di Capua, per focalizzare la rilevanza della scelta dell’Azienda Sodano nell’ambito di un investimento di lunga prospettiva e con obiettivi strutturati, superando il criterio della comune ed episodica “sponsorizzazione” che di solito praticano le imprese nelle realtà nostrane, magari “assicurando” manifesti pubblicitari a questa o a quella iniziativa.
Sul punto Cesarano richiamava anche le recenti disposizioni normative e fiscali dell’ Art bonus, che, pur favorendo il ruolo sociale delle imprese che investono in beni e attività culturali, nel Sud non hanno finora incontrato la dovuta accoglienza. Altro passaggio significativo, il dottor Cesarano dedicava alle valenze dei beni culturali, intesi come rappresentazione della storia dei territori e delle comunità; rappresentazione che vive nel presente attraverso la conoscenza diffusa dei beni culturali. E’ la conoscenza che crea la consapevolezza e coscienza della rilevanza dei beni culturali come patrimonio immateriale, generando la cultura civica della loro tutela e salvaguardia. E’ l’itinerario che si sviluppa nei valori che le generazioni adulte sono in grado di trasmettere alle giovani generazioni con spirito di coesione sociale, innescando, per di più, virtuose opportunità di economia reale.
Il legame tra la storia del territorio plasmata dalla coltura tipica della nocciola era al centro dell’intervento dell’avvocato Antonio Larizza. Una riscoperta d’identità culturale, per la quale la Fondazione Avella, Città d’Arte profonde energie e impegno costante, attuando manifestazioni di sicura caratura attrattiva, con una rete di relazioni che fanno riferimento al mondo della Scuola e delle Università; rete nella quale si colloca il protocollo d’intesa- sottolineava- con l’ Azienda agricola Sodano con cui si apre un orizzonte nuovo e interessante per la valorizzazione della città e dell’area. “E’ stata una decisione voluta, l’aver dato il carattere della pubblica ufficialità alla sottoscrizione del protocollo d’intesa con la Fondazione, Avella Città d’Arte – teneva ad evidenziare nel suo intervento Francesco Sodano– che potevamo siglare nel ristretto spazio di una stanza. Una decisione assunta, invece, per far risaltare al meglio possibile l’importanza della cooperazione e della condivisione. Il protocollo dà vita ad un progetto,con cui la Fondazione e l’Azienda sono al servizio della valorizzazione del territorio”. Prospettato il ruolo dell’agricoltura, asse portante dell’economia locale, da riscoprire, puntando anche e soprattutto sui supporti incentivanti delle leggi comunitarie europee, del Piano di sviluppo rurale della Regione-Campania e del programma “Resto al Sud”, Sodano esprimeva la ferma convinzione, per la quale il protocollo sottoscritto apre un interessante percorso, che può coinvolgere altri attori sociali ed economici. E’ il coinvolgimento che fa rete e valorizza il territorio attraverso il lavoro produttivo.
Di chiara visione politica e amministrativa, la “lettura” data al progetto dall’avvocato Domenico Biancardi, sindaco della città. E’ la “lettura” di un’ altra pagina che viene per la valorizzazione di Avella e del suo considerevole patrimonio storico-culturale e naturalistico. Un punto di svolta- affermava il “primo cittadino”- per il territorio, in linea con direttrice della strada intrapresa dall’amministrazione, dalla città, dalle associazioni ed ora da un’importante Azienda. Uno scenario- concludeva- che s’innesta nelle prospettive del Distretto turistico del Partenio, a cui afferiscono importanti soggetti d’impresa ed Enti locali; Distretto funzionale alle strategie del turismo culturale, ambientale e religioso, di cui Avella insieme con Mugnano del Cardinale e Mercogliano è fulcro, facendo interagire i Comuni delle provincie di Avellino e Benevento, che fanno parte del Parco del Partenio, e della Città metropolitana di Napoli, come Casamarciano e Visciano.
Un orizzonte di positività messo in chiara luce dal sindaco Biancardi e che impegna coinvolge imprese ed Enti locali, ma che la Regione–Campania non fa proprio come sarebbe necessario e doveroso specie verso le aree interne. La riprova risiede nei ritardi nella pubblicazione dei bandi regionali per accedere ai fondi delle politiche turistiche; ritardi che frenano e paralizzano le programmazioni degli Enti locali, in coincidenza per giunta con la fase estiva che ha già compiuto un buon tratto … e non era mai accaduto finora.
A far da suggello alla sottoscrizione del protocollo, lo scoprimento della bella opera pittorica creata da Antonio D’Avanzo. Un omaggio d’arte per un vivace affresco di variegate luci coloristiche, con cui l’artista avellano racconta gli ariosi squarci della magnifica Collegiata di Santa Marina con l’ampia Casa canonica e la dirimpettaia svettante Torre campanaria, complesso di architettura sacra vero e autentico unicum nella pur antica Diocesi di Nola; e nella composizione artistica di D’Avanzo il primo piano è riservato al Maio, il simbolo del culto arboreo del territorio. Simbolo sia dell’incanto dei boschi che punteggiano il paesaggio montano, sia della storia del lavoro del territorio.