Sporadicamente, e con cadenza sistemica che fa presupporre, ma solo presupporre, una sorta di preparazione in prospettiva di qualcosa di imminente scadenza, ci si ritrova, nostro malgrado, a parlare e polemizzare su quanto si stia facendo per la crescita culturale di Avella.
Poi, inevitabilmente, ci si rende conto che, nella sostanza, non è che un altro dei soliti sassi lanciati nello stagno al fine di agitare un po’ le acque.
Che si affronti pubblicamente una problematica di interesse sociale, è più che legittimo se si ritiene che tale problematica sia carente nell’operato di una istituzione deputata ad affrontarla. Il modo sarebbe anche più semplice di quanto si possa pensare: mediante delle specifiche domande pretendendo delle specifiche risposte.
Ciò che lascia perplessi è quando questo poi avviene sotto forma di una palese speculazione politica coinvolgendo (ed è una personale considerazione) persone, professionisti direttamente interessati e con un bagaglio culturale e conoscitivo elevato. Per qualcuno, come ha precisato il sindaco Biancardi, non è altro che “il suo lavoro di opposizione”, per altri non mi esprimo.
Non è concepibile però che, sistematicamente si debba avvertire la necessità di discriminare o sminuire o additare l’operato di persone, che per il solo amore per il proprio paese si prodigano per dare il proprio contributo, ma condivisibile o meno.
Non intendo ribadire i soliti concetti espressi in tante altre circostanze analoghe: che non ci si guadagna, che ci si rimette, ecc… Ne tantomeno intendo polemizzare in merito.
In qualità di membro del CDA della Fondazione Avella Città d’arte, non aggiungo altro alla esauriente considerazione/risposta fornita per il tramite del presidente Larizza.
In qualità di componente della associazione Mela, che per la sola passione e un forte legame verso il nostro paese cerca di contribuire alla crescita culturale di Avella, mi sento alquanto mortificato ogni volta che è necessario dover ripetere certi concetti.
Per quanto detto e scritto pubblicamente, sono evidenti dei dati di fatto, a prescindere da quelle che sono poi le convinzioni di alcune persone circa le ipotizzate e fantasiose finalità per cui le associazioni si adoperano sul territorio: 1) è innegabile che Avella è oramai presa a modello da altri paesi, almeno per l’argomento in questione, e che questo avviene soprattutto da quando è sindaco Biancardi (attenzione, non è un “assist” mirato allo stesso sindaco); 2) come già ribadito dallo stesso sindaco, ritengo doveroso precisare che l’associazione MELA, ma immagino valga anche per le altre associazioni, non ha mai percepito finanziamenti o contributi economici dal comune di Avella per svolgere le proprie attività associative e sociali; 3) l’associazione Mela svolge le proprie attività di volontariato e questo non rientra “nel programma di ambizioni personali del sindaco”.
Esclusivamente usufruisce dell’utilizzo di spazi e strutture messe a disposizione dal comune, per le quali, nel rispetto di un regolamento approvato e gestito dalla Consulta delle associazioni, nata per l’impegno dell’assessore al ramo dottoressa Caruso, addirittura le associazioni versano loro un contributo. Riccardo D’Avanzo (Membro Fondazione Avella Città D’Arte).