(Riceviamo e Pubblichiamo). “Sono Vittoria Genoveffa una cittadina di Avella, abito in via San Nicola. Ieri in tarda serata odo da casa mia il corteo della nostra nuova amministrazione. Mi affaccio dal balcone io e mio marito, essendo in democrazia, per un saluto al nuovo sindaco che rappresenterà noi e il nostro paese. Passano delle macchine, mi salutano e io ricambio rivolgendo i miei auguri a chi riconosco come Enzo Alaia, il sindaco uscente e Longobardi e ad altri. Si ferma una macchina scura di grossa cilindrata, dal finestrino un essere ignorante mi urla contro dicendo: vattene dentro che hai votato la Cacace, seguita da altri cafoni con una panda rossa, ripetendomi vergognati e altre parole ancora. Vorrei dire a questi signori che non mi devo vergognare io, ma loro per questa intrusione. Io ho votato a mio fratello, andando al di là della lista di riferimento. Scrivo questo per far capire che a prescindere dall’orientamento Politico e dallo schieramento di lista, siamo in una società nella quale fortunatamente non esiste questa distanza tra sindaco e cittadino perché il sindaco e tutti i consiglieri faranno ugualmente il proprio dovere e lavoro per la comunità e nessuno deve dire chiuditi dentro o mangiati il limone perché avete perso, perché i tempi di Venditti sono finiti da un bel po’. Concludo col fare gli auguri per questo nuovo inizio a mio fratello Pellegrino Vittoria. Un augurio al nuovo sindaco e consiglieri e un augurio va anche a chi non ha raggiunto il risultato sperato. Gradirei delle scuse in merito all’evento verificatosi, se sono riuscita a fare luce in queste anime coinvolte”.
Vittoria Genoveffa