(Riceviamo e Pubblichiamo ) Come comune cittadino mi sono recato domenica presso il seggio elettorale, per esercitare il mio diritto “al voto assistito”, come celebra l’articolo 29 della legge 104/92. Ero in possesso del certificato rilasciato dallo ASL competente per territorio e con esso mi avvicinavo al presidente. Costui, in presenza di tutti i componenti del seggio e con la contemporanea compresenza di altri elettori, sentivo leggere ad alta voce la diagnosi medica che mi apparteneva! Ma non bastava! Il nominato alla carica dal Prefetto, si lasciava andare ad alcune esternazioni, eccedendo che essa avesse dovuto citare: “parzialmente vedente”. Mai avrei immaginato di trovarmi di fronte a persona così saccente e contestualmente ignorante in materia. Per il “signore”(chiamiamolo così) la legge sulla privacy non esiste, i dati sensibili non sono di questo mondo, rendere pubblica una patologia non è reato: sembra uno scherzo, ma è vero! In quel seggio di Avella vi è stata l’ennesima dimostrazione, e per l’emancipazione delle persone disabili “c’è ancora tanta strada da fare”!