RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Esprimo il mio più sincero sostegno e appoggio etico-politico nei confronti dei consiglieri comunali di Avellino che hanno firmato un documento per chiedere al Partito Democratico di prendere una chiara e precisa posizione nei confronti di pseudo riformisti o dissidenti qualunquisti/utilitaristi che con le loro azioni e moine non hanno fatto altro che provare a delegittimare il sindaco del capoluogo e la dirigenza provinciale. In queste condizioni è evidente che è stato difficile amministrare, in quanto i colpi bassi sono venuti proprio da chi faceva e continua a far parte della famiglia democratica: nonostante ciò i firmatari del suddetto documento ci hanno messo la faccia e spirito di abnegazione.
Questi dissidenti, che alcuni giornalisti chiamano riformisti erroneamente, con la loro insistenza nel ribadire qualsiasi chiusura collaborativa su base programmatica, non solo non hanno fatto proposte costruttive ( tranne quella di andare a elezioni anticipate), ma hanno fatto apparire il loro operato come qualcosa di personale e non utile per risolvere i problemi reali della comunità.
Il sottoscritto si reputa più riformista di codesti: infatti da anni accenna allo spoils system negli enti locali o ad una meritocrazia legata più alla persona che alla discendenza ecc.
Ci sono persone che hanno difficoltà a pagare le bollette o mettere un pianto a tavola per mangiare e di questi contrasti atti a bloccare l’operato di un ente poco se ne importano, anzi ne sono disgustate.
Nell’ultima assemblea provinciale i membri del direttivo pro-tempore presenti ( era assente la signora Paris) hanno ribadito l’impegno e la volontà davanti al segretario regionale di andare a congresso nella prima decade di luglio: posizione che mi vede fortemente favorevole. Si nota in quest’ultima settimana la mobilitazione di questi personaggi per provare a rinviare il Redde rationem: evidentemente gli stessi che hanno voluto le dimissioni del segretario De Blasio, hanno paura di confrontarsi su come vogliono gestire il PD, perché ben sanno che indipendentemente dai valori che usciranno dal congresso, da quel momento in poi dovranno confrontarsi nell’alveo delle regole statutarie altrimenti si mettono nelle condizioni di esser cacciati fuori dal partito.
E chiaro sotto agli occhi di tutti che la situazione ad Avellino è molto ambigua, creata ad hoc per consentire indisturbati operazioni come quelle che abbiamo assistito all’Asi: ennesima dimostrazione che il partito, appositamente è stato privato della sua guida legittima, il segretario De Blasio, eletto democraticamente, e non sfiduciato: a cui, giovani e non solo, guardano con simpatia e stima. Se questo mercanteggiare è il bene del PD lo deve ribadire un congresso basato su idee e programmi atto a spazzare via simili individualismi di vecchi marpioni e loro figliocci.
Alcuni voci che vengono da Roma accennano che gli eminenti dirigenti nazionali stanno vagliando l’ipotesi di rinviare il congresso provinciale per svolgerlo contemporaneamente a quello nazionale che probabilmente sarà anticipato: penso che i cari e lodevoli dirigenti nazionali facciano meglio a seguire le problematiche di loro competenza e di lasciare ai territori la possibilità di eliminare le scorie spurie che li assillano e di intervenire solo nel caso che le regole statutarie non vengono rispettate: tradotto, il congresso si deve fare e invito ai firmatari sopra menzionati di mobilitare iscritti, militanti e simpatizzanti affinché ciò avvenga, non escludendo rimostranze comuni qualora la scadenza di luglio non venga rispettata.
Francesco Spagnuolo del circolo PD di Contrada (Av).