Sarà la proiezione de “Il tocco del peccato” (A touch of sin) di Jia Zhang Ke ad inaugurare, domani sera alle 20.30 nell’Arena Eliseo di Piazza Del Debbio ad Avellino, la XXXIX edizione del Festival Internazionale del Cinema Laceno d’oro. Un’edizione importante, quella che si apre domani sera con la consegna del Premio Camillo Marino alla carriera a Jia Zhang Ke, che segna il ritorno in grande stile del Festival nel panorama dei grandi eventi regionali.
Complessivamente il festival ospiterà, in 19 giorni, oltre 40 proiezioni, 9 performances musicali, oltre 30 incontri con autori e attori, 2 mostre, 5 anteprime di cui due internazionali, un concorso di cortometraggi, un workshop di sceneggiatura e regia. Il tutto in 3 comuni (Avellino, Atripalda e Mercogliano) utilizzando ben 11 location diverse. Numeri importanti che definiscono un programma impegnativo costruito rivolgendo lo sguardo sia alla nostra storia passata e recente, sia al futuro del cinema.
“L’edizione 2014 del Laceno d’Oro è davvero un grande evento – spiega Antonio Spagnuolo, direttore artistico della manifestazione – perché ospita tanti giovani autori che sono già protagonisti di una parte importante della migliore cinematografia italiana e internazionale, perché riesce a coinvolgere tutte le associazioni di cinema attive in città, insieme ad alcune delle più interessanti energie creative e accademiche regionali, raccogliendo la sfida di realizzare una manifestazione di alto livello qualitativo investendo su competenze, esperienze, passioni e professionalità del nostro territorio”.
Dell’esperienza iniziata nel 1959 rimane la sensibilità verso le tematiche sociali che ha orientato le scelte nella selezione di film e documentari che, nella tradizione del Laceno d’Oro, sapranno essere per lo spettatore di grande stimolo alla riflessione. Ma si conferma anche, in linea con le ultime edizioni, la volontà di valorizzare la ricerca di nuovi linguaggi e tendenze appartenenti al mondo dell’indipendenza creativa e produttiva, puntando su artisti capaci di aprirsi alle diverse contaminazioni. Significativa, in questo senso, la collaborazione con Flussi e con Alfonso Amendola dell’Università degli Studi di Salerno.
Il Premio Camillo Marino alla carriera va quest’anno al regista cinese Jia Zhang-Ke, definito da “The New Yorker” uno dei migliori e più importanti registi al mondo (Leone d’Oro a Venezia nel 2006 e premiato a Cannes nel 2013). Un autore fondamentale, capace di mettere a nudo la Cina contemporanea, evidenziando i limiti e le contraddizioni del Paese che condiziona con la sua economia i destini dell’intera umanità. Del regista, accompagnato dall’attrice e musa Zhao Tao, saranno proiettati i suoi quattro film più rilevanti, tra cui “Il tocco del peccato – A Touch of Sin” che Le Monde giudica “il miglior film cinese di tutti i tempi”. Un evento reso possibile dalla collaborazione con l’Asian Film Festival.
Il Festival, inoltre, produce due mostre che certamente saranno viste a lungo: una, antologica, sul Laceno d’Oro dal 1959 a oggi, curata da Paolo Speranza; l’altra sulla salernitana Elvira Notari, la prima donna regista italiana e una delle prime della storia del cinema mondiale, realizzata da Licio Esposito. Ricca la sezione dedicata al cinema italiano, valorizzando alcune tra le migliori produzioni indipendenti, penalizzate dalla distribuzione commerciale o non ancora presentate in Italia. Saranno 5 le anteprime di opere non ancora distribuite, tra cui l’importante film francese su Violette Leduc ispirato dalla biografia scritta da Carlo Iansiti.
E poi: il concorso di cortometraggi “Gli occhi sulla città”; il workshop di sceneggiatura e regia tenuto da Daniele Gaglianone; lo sguardo sull’underground italiano per merito di Sentieri Selvaggi; i documentari sul lavoro a cura dello Zia Lidia Social Club; il dibattito sul realismo ideato dal Centrodonna; l’allestimento di Piazza del Debbio curato dal Comitato Eliseo; l’omaggio a Giuseppe De Santis con il contributo di Ettore De Conciliis; la serata Manuli con il dj & vj-set techno organizzata da Labus; la bella sigla di Antonello Matarazzo con la partecipazione di Adriana Borriello; la presenza di Michele Vietri, che sarà voce e immagine del festival.
“La direzione artistica, che compete a Immaginazione e formalmente firmata a titolo individuale, – spiega Spagnuolo – è stata di fatto condivisa innanzitutto con Aldo Spiniello e poi con Leonardo Lardieri e Sergio Sozzo, tutti caporedattori di Sentieri Selvaggi e divoratori appassionati di film nei maggiori festival europei. Altrettanto prezioso nelle scelte il contributo degli amici di sempre, Paolo Speranza, Licio Esposito e Alfonso Amendola. Ringrazio Nunzio Cignarella per il sostegno convinto e entusiasta al Laceno d’Oro, nonché per l’assoluta libertà nelle decisioni. Grazie mille anche a Carlo Tedeschi e a tutto lo staff amministrativo del Comune di Avellino.
Ogni volta che inizia un nuovo Laceno d’Oro si riaccende una magia, i volti si illuminano e torna la voglia di partecipare, senti intorno a te quanto sia profondamente scolpita nel profondo di tutti questa manifestazione. Il compito che ci siamo dati è costruire un Festival che abbia un senso, un’identità, una vocazione, oggi come un tempo. Speriamo di esserci riusciti e di poter scoprire che ancora una volta, come per incanto, si rinnova il fascino di un evento creato dalla lucida follia di Camillo e Giacomo”.