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Nell’antica parrocchia di Costantinopoli ogni anno si celebra la festa in onore di S. Ciro, medico, eremita e martire. Una festa antica e tenuta in grande considerazione nella nostra città. San Ciro nacque ad Alessandria d’Egitto intorno al 250 d.C.
- Praticando l’arte della medicina si guadagnò l’appellativo di medico anargiro, cioè senza argento. Era infatti sua abitudine prestare le proprie cure a tutti, soprattutto ai poveri, ai quali non veniva chiesta alcuna ricompensa in cambio.
- Oltre a curare i mali fisici dei pazienti, il medico alessandrino si occupò soprattutto di curare i mali dello spirito.
- Ciro e il suo apostolo, Giovanni d’Edessa, mostrarono un coraggio fuori dal comune quando andarono a Canopo, a pochi chilometri da Alessandria, per confortare Atanasia e le sue tre figlie, Eudossia, Teodota e Teotiste che erano state catturate dai soldati romani.
- Qui subirono le stesse terribili torture riservate ai cristiani in questi casi: vennero bastonati, bruciati con fiaccole e, per straziarli dal dolore, le loro carni piagate furono cosparse di aceto e sale.
- La tradizione della Dimostranza tramanda che San Ciro sia stato immerso nella pece bollente e che, essendo sopravvissuto a questo supplizio, sia stato decapitato. Il martirio avvenne il 31 gennaio 303.
PROGRAMMA
Martedì 28 Ore 18.00 S. Rosario. Confessioni. S. Messa
Mercoledì 29 Ore 18.00 S. Rosario. Confessioni. S. Messa
Giovedì 30 Ore 18.00 S. Rosario. Confessioni. S. Messa
Benedizione dell’Acqua e dell’Olio di S. Ciro
Venerdì 31 Festa di S. Ciro: Orario SS. Messe ore 9 – 10 – 11 – 12 – ore 16.30 –
Ore 18.00 S. Messa solenne
Bacio della reliquia di S. Ciro.
Dopo i riti religiosi accensione e benedizione del “falò” di S. Ciro.
Il parroco
don Emilio Carbone
Ciro (martire del III secolo)
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San Ciro martire (Alessandria d’Egitto, III secolo–Canopo, III secolo), è un santo martire venerato dalla Chiesa Cattolica.
Biografia
Medico ed eremita, visse nel III secolo e morì decapitato.
San Ciro nacque ad Alessandria d’Egitto, allora una delle città più importanti dell’antichità. Celebre era la scuola di Medicina, dove aveva studiato anche Galeno. S. Sofronio racconta che S. Ciro era un medico valente che gestiva una sorta di ambulatorio, dove curava soprattutto i poveri. In quel tempo ad Alessandria, erano molto diffusi astrologi, maghi e indovini. L’imperatore Diocleziano decise di perseguitare chiunque svolgesse attività “curative” senza autorizzazione, senza distinguere tra medici e maghi. S. Ciro fu costretto quindi a lasciare la città e si ritirò in Arabia. Nella solitudine si dedicò ad una vita eremitica di preghiera e penitenza, molto diffusa a quei tempi.
Ben presto lo raggiunse un ex soldato di nome Giovanni, nato a Edessa, che era stato costretto ad abbandonare la vita militare per le persecuzioni anti-cristiane. I due si dedicarono alla vita ascetica per quattro anni. Nel frattempo l’imperatore Diocleziano riprese la persecuzione contro i cristiani, e anche nelle cittadine vicine numerosi cristiani venivano incarcerati, torturati e condannati a morte. A queste notizie Ciro, seguito da Giovanni, lasciò il proprio eremo e decise di tornare ad Alessandria per sostenere i fratelli nella fede. Ciro e Giovanni si fermarono a Canopo, ad una ventina di chilometri da Alessandria, per soccorrere una madre e le sue tre figlie, che erano state imprigionate. Furono, però, anche loro imprigionati, torturati e uccisi. Era il 31 gennaio del 303 (o 312, come alcuni storici sostengono). S. Onofrio racconta che i cristiani raccolsero i corpi dei martiri e li seppellirono in una basilica eretta in onore di S. Marco.
Quando poi gli arabi occuparono l’Egitto, verso la metà del VII secolo, le spoglie dei martiri furono portate a Roma, e quando i gesuiti costruirono a Napoli la chiesa del Gesù Nuovo, le reliquie dei corpi dei santi Ciro e Giovanni furono traslate in questa chiesa. Ma i santi Ciro e Giovanni erano già venerati a Napoli dai gruppi di origine egiziana, che da secoli operavano in città. Verso il 1675 giunse a Napoli, nella residenza dei gesuiti, San Francesco de Geronimo, che nella sua predicazione rinvigorì il culto dei santi martiri Ciro e Giovanni. Ne chiuse alcune reliquie in una teca e se ne serviva per benedire gli ammalati. Numerose furono le guarigioni e ciò contribuì a diffondere la devozione a S. Ciro presso il popolo napoletano.
Il teschio di s. Ciro viene conservato nella chiesa di Marineo (PA) di cui è il patrono. È anche il patrono di Portici (Na)e di Grottaglie (Provincia di Taranto). Si festeggia il 31 gennaio.