Un altro anno è trascorso, e il Centro Autistico di Contrada Valle ad Avellino rimane un progetto incompiuto. Nonostante le promesse e gli annunci da parte delle istituzioni, la struttura resta chiusa, lasciando senza risposte concrete le famiglie e i bambini che necessitano di supporto e cure.
A rilanciare la questione è il dott. Salvatore Alaia, già sindaco di Sperone, che accusa duramente le istituzioni locali e regionali di immobilismo. “Solo chiacchiere e false promesse,” afferma Alaia, sottolineando come questa situazione rappresenti un insulto all’intelligenza di un popolo, quello irpino, che continua a credere nel ruolo delle istituzioni.
Promesse mancate e responsabilità istituzionali
Nel mirino delle critiche c’è il sindaco di Avellino, Laura Nargi, accusata di non aver mantenuto l’impegno assunto durante la campagna elettorale. Secondo Alaia, il primo obiettivo dell’amministrazione avrebbe dovuto essere l’apertura del Centro Autistico, un tema di cruciale rilevanza sociale e sanitaria.
Critiche anche al direttore generale dell’ASL, Mario Ferrante, accusato di continuare a “scaricare le colpe sugli altri” senza assumersi le sue responsabilità, e al Prefetto di Avellino, Rosanna Riflesso, la cui azione viene giudicata come inadeguata. “Il Prefetto aveva dichiarato di voler essere vicina ai cittadini, ma rimane ferma nel suo palazzo di vetro, senza promuovere interventi concreti,” denuncia Alaia.
Non viene risparmiato nemmeno il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il suo silenzio viene descritto come un’assenza grave, che alimenta la frustrazione di tante famiglie colpite dalla problematica dell’autismo.
Un appello alle istituzioni
La mancata apertura del Centro Autistico di Contrada Valle rappresenta una ferita aperta per l’Irpinia. Le famiglie coinvolte continuano ad affrontare con dignità le difficoltà quotidiane, ma l’assenza di una struttura dedicata priva i bambini di un supporto fondamentale.
Alaia, con parole dure e dirette, chiede alle istituzioni di abbandonare i proclami e di agire concretamente per risolvere una questione che non può più essere rimandata. Le famiglie attendono risposte, e il tempo per gli alibi sembra essere finito.