AVELLINO. Il Convitto nella Giornata della Memoria

AVELLINO. Il Convitto nella Giornata della Memoria

Pagine e pagine di appunti, piene, zeppe di annotazioni, quelle di due alunne della classe V B del Liceo Classico Europeo del Convitto Nazionale, Sara De Luca e Rosaly Zolzettich, che, in un mondo completamente digitale, hanno voluto ricordare le parole ascoltate, appuntandole a mano… Anche l’appunto è un desiderio di Memoria, di “fare Memoria”, come si usa dire oggi, quando si vuole alludere alle iniziative messe in atto in ricordo della Shoah. Quest’anno il Convitto Nazionale, da sempre attentissimo alla celebrazione della Giornata della Memoria, ha partecipato con le classi liceali a due distinti eventi, fortemente voluti dal Rettore Dirigente Scolastico, Prof. Attilio Lieto, con la supervisione e il coordinamento della Prof.ssa Cinzia Favorito, Referente per il Convitto del Progetto Shoah.

Le classi quinte del Liceo Europeo, VA e VB, hanno partecipato con Rettore e Docenti, su invito della Questura di Avellino, a una giornata solenne di riflessione per omaggiare la figura di Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, simbolo di coraggio e di giustizia. La prima parte della mattinata è stata, appunto, dedicata a un Convegno, dal titolo fortemente evocativo: “Quando l’odio diventa reato”, in cui si è discusso di negazionismo storico, di razzismo, di pregiudizi, del rischio della “normalizzazione dell’odio” … ma anche della possibilità che il dolore possa un giorno trasformarsi in speranza, che la memoria possa diventare consapevolezza del presente e competenza nel gestirlo, senza ripetere errori antichi. Gli alunni hanno avuto parte attiva nella cerimonia, nel cortile esterno della Questura, che ha visto la presenza delle autorità civili e militari della Provincia, tra cui il Prefetto di Avellino, Dott.ssa Rossana Riflesso, oltre ai familiari di Giovanni Palatucci e ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della società civile. Il cuore del momento commemorativo è stata la dedica della targa al Giusto tra le Nazioni, che salvò migliaia di Ebrei dalla deportazione nazista.  È stata collocata una stele commemorativa, con accanto un ulivo, simbolo di Pace, intorno al quale gli stessi alunni, a coppie, hanno voluto deporre una pietra, simbolo di stabilità e, contemporaneamente, argine di Pace.

L’insegnamento di Auschwitz ha indubbiamente una necessità educativa, sotto forma dell’imperativo categorico di Theodor Adorno “agisci di modo che Auschwitz non abbia a ripetersi… ”. La memoria deve essere qualcosa di attivo e concreto, non è soltanto la ripetizione delle domande di Ieri, quanto soprattutto il proporre delle domande nuove; questo richiede una ricerca storica continua, per compiere lo sforzo di trasformare la politica della memoria in politica della storia. La Memoria deve avvalersi della Storia per evitare di chiudere l’evento e di congelarlo, perché è la storia che apre l’evento al confronto con altri eventi, lo interroga di continuo, lo sottopone a critica e a riletture.  E in questa storia ci sono delle domande che riguardano veramente l’umanità, e non in senso metafisico.

Contemporaneamente, a Napoli, la classe IV A del Liceo Classico del Convitto, accompagnata dalle prof. sse Favorito e Satalino, insieme con due ex alunne del Liceo, neodiplomate, Eleonora Mazza e Anna Chiara Caggiano, su invito dell’assessore alla Scuola, alle Politiche Sociali e Giovanili della Regione Campania, dott.ssa Lucia Fortini, hanno partecipato alla presentazione della quarta edizione del Concorso “Shoah: comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, presso l’Auditorium della sede regionale del Centro Direzionale di Napoli. Eleonora e Chiara sono state invitate perché vincitrici della precedente edizione del Concorso, nonché partecipanti al viaggio della Memoria ad Auschwitz, in settembre, con le loro Professoresse Favorito e Satalino. Dopo aver ringraziato la Regione Campania per la splendida opportunità che è stata loro concessa, definita l’“esperienza più intensa mai vissuta”, hanno ricordato il percorso di partecipazione al Concorso come un momento di estrema introspezione, slegato dai libri di scuola e svincolato dalle lezioni scolastiche. “La Memoria”, nelle parole di Eleonora, “è molto di più, l’ingresso ai Campi di concentramento nel silenzio assoluto è l’ingresso nella Storia” …. Auschwitz è un luogo che non si visita, si attraversa …. lo stesso viaggio al Campo, dice Chiara, “è un punto di svolta”, e quando i sopravvissuti non ci saranno più, continua, con la voce piena di commozione, “saremo noi a dover restituire ai Posteri la dignità che agli Ebrei è stata strappata” . Le ceneri di Auschwitz hanno bisogno di un testimone!

E, quando questi concetti sorgono spontanei sulla bocca di giovani studentesse vuol dire che la Scuola ha raggiunto il suo scopo ….