AVELLINO - Era nel dicembre 2005: davanti ad un notaio avellinese veniva firmato l’atto di cessione da parte del Comune di Avellino, fino ad allora proprietario della struttura, alla società che gestisce i trasporti in Campania, l’Air, dell’ autostazione realizzata con fondi pubblici e mai entrata in funzione. Le cronache locali del tempo raccontano di errori di progettazione che non avrebbero consentito l’ingresso degli autobus per gli errati livelli di calcolo. Forse era solo una leggenda metropolitana, forse no.
Di certo prima dell’avvenuta cessione la critica fu rovente e velenosa. In quella circostanza, si legge in una nota del tempo, fu detto che i lavori di completamento dell’opera avrebbero avuto una durata di non oltre sei mesi.
Sono trascorsi sette anni, ma tutto è rimasto come prima. L’autostazione si è così aggiunta alle tante opere da completare in questa città. Anche se, per quelle completate, la storia non cambia di molto dal punto di vista dell’affidamento.
Sette anni, però, non sono pochi, anzi sono un grande mistero.
Che cosa è che non ha funzionato?
Perchè questa opera molto utile per la città, visto che non c’è un terminal alla fabbisogna, non è stata completata?
E gli arredi che sono stati utilizzati che fine hanno fatto?
Il mistero s’infittisce. Non solo. C’è forse una questione urbanistica che rende difficoltosa l’agibilità delle struttura?
Forse, e senza forse, è proprio qui che bisogna indagare. Tuttavia, lasciando questo approfondimento ad altre occasioni, noi vorremmo avere elementi che diradino i dubbi, primo fra i quali, ci sia consentito, diventa atroce per il futuro della città: c’è forse qualche interesse urbanistico che blocca l’agibilità della importante infrastruttura? E che cosa ha a che vedere il piano NI01 con l’autostazione?
Insomma tra questione urbanistica (madre di tutti problemi della città) e l’autostazione che relazione c’è?
Sappiamo che il direttore generale dell’Air, Costantino Preziosi, che siede anche in Consiglio comunale del capoluogo e che è manager di tutto rispetto, si è più volte, e con insistenza, interessato al caso autastazione.
Fino ad un cero momento. Poi è caduto il silenzio, mentre terminal vemivano realizzati in più posti della provincia.
Siamo certi, conoscendo la sua sensibilità, che egli non mancherà di informare gli avellinesi dulla tormentata vicenda di questa autostazione fantasma. Già, perchè essa fa bella mostra di sè a quattro passi dall’Ipercoop, ma non ha linguaggio per farsi capire.