“La dirigente dell’Asl di Avellino deve spiegare sulla base di quali criteri ha elaborato un piano sanitario sconclusionato, inadeguato e del tutto disconnesso dalla realtà del territorio irpino e con le esigenze delle comunità. Ancora una volta vengono assunte decisioni fondamentali per il funzionamento del servizio sanitario in maniera del tutto arbitraria, senza coinvolgere i rappresentanti regionali, le associazioni professionali, e soprattutto senza consultare i sindaci e gli amministratori locali che più di altri hanno contezza della realtà.
In queste ore, tanti amministratori stanno manifestando il loro sconcerto per un piano sanitario che prevede la dislocazione delle case della salute e degli ospedali di comunità che non ha alcun fondamento logico e che non è stato preceduto da nessun momento di riflessione, consultazione e approfondimento. Nessuno è stato ascoltato: né l’ordine dei medici, né il Presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’ASL, né gli amministratori delle aree più rappresentative della provincia e men che meno la Commissione Sanità.
Non a caso, assistiamo in queste ore alle tante prese di posizione delle comunità irpine che, per bocca dei primi cittadini, stanno manifestando tutto il loro sconcerto per un modo di procedere che si è rivelato già per i suoi tanti limiti, arrecando non pochi danni al Sistema Sanitario e al funzionamento di nosocomi e strutture locali. Emblematico è il caso del plesso di Sant’Angelo dei Lombardi. Proprio ieri, ho incontrato i sindaci dell’Area Pilota che mi hanno rappresentato la drammaticità di una condizione che non solo arreca disservizi ai cittadini, ma che rischia di portare la struttura alla chiusura definitiva. Ed è del tutto irricevibile la giustificazione della Dirigente Morgante che, dopo sei anni da quando occupa il ruolo di manager, lamenta la indisponibilità dei medici a lavorare a Sant’Angelo. Spieghi, piuttosto, quale attività ha posto in essere in questi anni per agevolare il funzionamento del plesso ospedaliero, quali incentivi ha previsto per attrarre e fidelizzare i medici, quali iniziative ha assunto per coinvolgere le comunità e le istituzioni nella individuazione di soluzioni adeguate, quale programmazione ha posto in essere per evitare, dopo sei anni, la condizione disastrosa nella quale si trova l’ospedale di Sant’Angelo e, con esso, la gran parte delle strutture sanitarie che dipendono dalla sua gestione”.