Sì alla trascrizione in Italia della “stepchild adoption” (l’adozione del figlio del proprio partner), già riconosciuta dal giudice straniero con sentenza definitiva, a una coppia omosessuale – due donne francesi da tempo residenti nell’Avellinese – sposata regolarmente all’estero. Lo ha sancito la prima sezione civile della Cassazione, con un’ordinanza depositata oggi, con la quale ha rigettato il ricorso di due sindaci dell’Avellinese che si opponevano al riconoscimento in Italia delle adozioni ottenute dalla coppia in Francia: le due signore, la prima cittadina italiana e francese, la seconda con la sola cittadinanza francese, unite sentimentalmente dagli anni ’80 e sposate dal 2013 (matrimonio trascritto in Italia lo scorso anno dopo la conclusione dell’iter giudiziario fino in Cassazione), risiedono dagli anni ’90 in Italia, dove lavorano come docenti all’università. Entrambe, dopo pratiche di inseminazione artificiale realizzate in Belgio e Spagna, hanno partorito un figlio: una bimba è nata nel 2003, un maschietto nel 2013, sono di cittadinanza francese ma nati nel capoluogo irpino. Il tribunal de grande istance di Lille, nel 2014, ha dato il via libera alle due mamme di adottare ciascuna il figlio biologico dell’altra.
Con questa decisione la Suprema Corte ha confermato la trascrizione di questa adozione legittimante accolta dalla corte d’Appello di Napoli nel marzo 2016, mentre in primo grado il Tribunale di Avellino si era opposto. Contro la trascrizione e l’atto hanno fatto ricorso i due comuni dell’Avellinese dove erano nati i bambini figli delle due consorti francesi.