Il riproporsi dello spostamento del Polo Universitario di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno, che ha sede presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Salerno, ha definitivamente raggiunto una cadenza annuale. In base alle ultime indiscrezioni, pervenuteci tramite le testate di Salerno, si prospetterebbe un possibile trasferimento del Polo Didattico all’A.O.S.G. Moscati di Avellino.
Il numero di iscrizioni presso le facoltà sanitarie, già di per sé consistente, è stato magnificato dai numerosi ricorsi post-test, favorendo il sovraffollamento degli ambienti accademici e rendendo sempre più arduo lo svolgimento delle attività didattiche basilari. Uno dei disagi che nel corso degli anni i futuri medici hanno dovuto subire è stato lo spostamento del corso di studi in Medicina presso una struttura riassegnata presso la Facoltà di Ingegneria. Tale soluzione comportò problemi logistici sia agli studenti di Ingegneria che a quelli di Medicina. L’amministrazione universitaria risolse questo problema, inaugurando una nuova aula presso il Polo Didattico di Baronissi, in grado di contenere il corpo studentesco.
Tale decisione, per quanto sia riuscita a risolvere temporaneamente il problema, ha mostrato ben poca lungimiranza. Difatti al riproporsi di ogni nuovo anno accademico e con il perenne aumento del numero di iscritti, a poche settimane dall’inizio dei corsi si ipotizza un possibile spostamento di questi ultimi dal Polo Universitario del Ospedale San Giovanni di Dio di Salerno a quello della sede universitaria di Baronissi. Ciò stravolge puntualmente i piani degli studenti della facoltà, i quali si vedono costretti a provvedere confusamente alla ricerca di un alloggio più idoneo.
Il timore che attualmente aleggia nelle corsie dell’ospedale e nei corridoi dell’università riguarda lo svolgimento di un tirocinio di reparto adeguato alle ore previste. Poiché i tirocini, che non rispettano sempre il piano di studi, potrebbero subire ulteriori ritardi a causa dell’aumentato numero di studenti. Questo ritardo non si ripercuoterebbe unicamente sugli studenti dei primi anni, ma anche su quelli degli ultimi anni che non potranno recuperare o approfondire queste esperienze cliniche.
Ci si chiede a questo punto se non sia il caso di scaricare parte di questo onere, aprendo un altro polo didattico in diversa sede. Tra i possibili nomi risalta ancora una volta il Moscati di Avellino, un ospedale di rilievo nazionale che può vantare numerose eccellenze e che già offre la propria struttura alla SUN di Napoli. La stipulazione di un accordo quadro tra l’Unisa e il Moscati, avvenuta lo scorso mese di marzo, farebbe presagire un roseo futuro non solo per la didattica universitaria ma anche per la ricerca campana. Il Moscati di Avellino, infatti, potrebbe essere sede di molteplici studi sostenuti da ricercatori di calibro nazionale e internazionale che hanno già espresso il proprio supporto per la cooperazione tra l’Unisa e il Moscati. Tra le postille dell’accordo spicca anche la possibilità di aprire alcune scuole di specializzazione presso l’ospedale Moscati di Avellino. Agli studenti non resta che sperare che a tali parole seguano i fatti e che non si tratti di vuote promesse elettorali. Come sempre sarà compito delle amministrazioni, sia regionali che universitarie, trovare una soluzione a questa tematica, ricordando come si legge in alcune corsie: “In questi reparti ci saranno studenti che stanno svolgendo il loro tirocinio obbligatorio. LORO sono il futuro di questa categoria, per cui più cose vedranno e impereranno e meglio sarà per tutti.”