Si presenta ad Avellino il volume edito dal Terebinto Edizioni in occasione del centesimo anniversario dal Congresso di Livorno (21 gennaio 1921) che portò alla nascita del PCI da una costola del socialismo.
Il volume, a cura di Giuseppe Iuliano e Paolo Saggese, si intitola Antonio Gramsci il meridionale. A cento anni dal Congresso di Livorno (21 gennaio 1921) la nascita di un partito meridionalista (pp. 128, € 15.00, già disponibile in edicola e libreria).
L’importanza dell’evento fu evidente fin dal primo momento, tanto che lo stesso Gramsci ebbe a scrivere: «Il Congresso di Livorno è destinato a diventare uno degli avvenimenti storici più importanti della vita italiana contemporanea. A Livorno sarà finalmente accertato se la classe operaia italiana ha la capacità di esprimere dalle sue file un partito autonomo di classe».
L’idea alla base del nuovo progetto politico era quella di riunire in unico programma rivoluzionario le istanze degli operai del Nord e dei contadini del Sud. Solo in questo modo, scrive Paolo Saggese, «si sarebbe potuta compiere la rivoluzione ideale incarnata dal Risorgimento» che era «comune a molti giovani rivoluzionari, alcuni ispirati dal magistero di Gaetano Salvemini, e che nel corso degli anni ’20 del secolo scorso fecero conoscere all’Italia le loro nuove idee».
La rievocazione di uno degli eventi più importanti della storia del Novecento è anche un’occasione per i curatori di una nuova riflessione sulla questione meridionale e «sulla grande intuizione gramsciana, che accomuna il fondatore del Partito dei comunisti ad alcuni dei maggiori intellettuali del primo Novecento quali Piero Gobetti, Guido Dorso, Tommaso Fiore, Gaetano Salvemini, Ruggero Grieco, Giuseppe Di Vittorio».
Giovedì 9 settembre, alle ore 17:30, presso la piazza antistante la Mondadori di Avellino, ne discuterà con i curatori Gianni Festa, Direttore del “Quotidiano del Sud” di Avellino.