Riceviamo e pubblichiamo. Tanti avellinesi, non solo quelli dai capelli bianchi, hanno nostalgia dell’Avellino che fu. Una città in piena espansione, con la gente fiera di appartenere ad una realtà operosa, seria, ordinata, una realtà che garantiva “qualità della vita”, benessere, futuro e che faceva ben sperare, per il futuro dei figli. Avellino, una città del lavoro e delle opportunità, una città che attraeva, che dava lavoro e dignità a tanti uomini e donne che provenivano, non solo dai paesi vicini, ma anche da altre regioni. L’Avellino di oggi, si caratterizza, per gli eterni lavori, che oltre a bloccare assurdamente, la parte centrale della città, ha visto il fallimento di numerose attività commerciali e di altra natura, la disoccupazione crescente, l’emigrazione giovanile. Accanto a questo degrado socio-economico, si tocca con mano l’aspetto trasandato di una parte del territorio e dello stato di abbandono di alcune aree e strutture. Ora è sorto il problema della struttura di Pianodardine, un ex edificio scolastico, in stato di totale abbandono, dove, secondo quanto riportato dalla stampa, soprattutto di notte, vi sarebbero “ segni di vita”. C’è chi attribuisce i rumori, alla presenza di sbandati, stranieri o prostitute, ma c’è da chiedersi: il Comune ha mai disposto un sopralluogo dell’Ufficio tecnico o di altro settore del Comune, su questo o altri edifici in stato di abbandono? Ha mai pensato ad una attività di riqualificazione dopo, ovviamente, una radicale opera di pulizia e ripristino dei luoghi? Rilanciare Avellino, in queste condizioni, è difficile, veramente difficile e qualcosa, forse più di qualcosa, è necessario che cambi. L’ufficio stampa LI.SI.PO.