Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dello scandalo pedofilia ad Avellino. Un 49enne adescava dei minorenni per avere rapporti sessuali con loro. Ieri è scattata la perquisizione nell’abitazione del capoluogo irpino e nel rudere dove si sarebbero consumati i rapporti sessuali, in particolare con un 13enne ucraino. E’ stato inoltre sequestrato il personal computer utilizzato, presumibilmente, per i contatti su Facebook. Nel corso del primo incontro, in base alla ricostruzione dei fatti, l’uomo avrebbe costretto l’adolescente ad un rapporto orale consumato in auto. Mentre nel secondo, svoltosi in un garage, il rapporto sessuale sarebbe stato completo. Naturalmente questi dettagli sarebbero il frutto delle verifiche e dei riscontri che carabinieri e Procura stanno acquisendo man mano che vanno avanti con le indagini. Un’attività investigativa capillare iniziata nel mese di novembre, dopo la denuncia della madre del minorenne ucraino. La donna si sarebbe rivolta ai carabinieri una volta intercettato sul profilo personale che il figlio ha pubblicato sul social network frasi e messaggi tali da insospettirla. Fino ad arrivare a leggere “post” più espliciti. L’intero quadro che si sta delineando sarebbe il frutto di una serie di pedinamenti ed intercettazioni che i carabinieri hanno svolto con grande attenzione e professionalità e che ora sta portando all’incastro di tutte le tessere del mosaico. Al momento, però, non emergono altri particolari circa il quadro accusatorio.