Le fantasiose ricostruzioni sul percorso avviato dall’Ato Rifiuti di Avellino per l’individuazione di un sito in cui allocare un impianto per il trattamento dei rifiuti organici impongono alcune precisazioni.
Anzitutto, non esiste alcun comitato segreto, tantomeno si è immaginato di mettere a segno un blitz. La gestione dell’Ato Rifiuti di Avellino è improntata sulla massima trasparenza, tanto che – in occasione della prima convocazione del Consiglio d’Ambito del 30 giugno, mai celebrata a causa di un errore formale nella comunicazione inviata ai consiglieri – ho chiesto che fosse prontamente illustrata la situazione attraverso un comunicato stampa.
E’ falso affermare che le convocazioni del Consiglio d’ambito debbano essere pubbliche: io stesso, nella qualità di Presidente, provvedo alla convocazione delle seduta attraverso una Pec inviata ai consiglieri. Informare la stampa è una cortesia che deriva proprio dalla volontà di portare avanti una gestione improntata alla massima trasparenza.
La mancata comunicazione in occasione dell’ultima seduta è dovuta alla possibilità – per precisa disposizione della Regione Campania, nei cui locali è ospitato l’Ato Rifiuti – di far accedere presso la sede di collina Liguorini solo i consiglieri, il personale ed i collaboratori dell’ente. Disposizioni talmente stringenti che – come ben evidenziato da diversi organi di stampa – alcuni consiglieri hanno preso parte alla seduta collegandosi in videoconferenza.
Non c’è stata, inoltre, una comunicazione sull’esito del confronto esclusivamente perché questo è stato sospeso a causa della mancanza del numero legale. Per intenderci e per fare chiarezza, nessun consigliere ha abbandonato la seduta perché in contrasto con altri o per il delicato argomento all’ordine del giorno.
Semplicemente, la lunga ed articolata discussione – che ha riguardato pure i rilievi mossi dai consiglieri Giovanni D’Ercole e Fabio della Marra Scarpone – si è protratta talmente oltre le previsioni che alcuni consiglieri sono andati via alla spicciolata per impegni pregressi ed inderogabili. Basti pensare che Stefano Farina è stato il primo a lasciare l’Ato, mentre Giuseppe Giacobbe era ancora in sede quando è arrivata la comunicazione della segretaria in merito alla mancanza del numero legale.
E’ opportuno, dunque, sottolineare la completa assenza di contrasti – anche di carattere politico – tra i vari consiglieri come, invece, emerge da qualche ricostruzione.
Prima di entrare nel merito della questione argomento della discussione, è fondamentale ribadire una premessa: il Consiglio d’ambito dell’Ato rifiuti avrebbe potuto, da tempo, deliberare la scelta di un sito per l’allocazione di un impianto di trattamento della frazione organica. La nomina di una commissione – formata da esperti di altissimo profilo – è stata l’ennesima dimostrazione del fatto che io e gli altri consiglieri non abbiamo alcun interesse che l’impianto venga localizzato a Chianche piuttosto che a Montella o Savignano Irpino.
La commissione ha svolto un lavoro importante, evidenziando nel dettaglio le motivazioni per le quali la realizzazione dell’impianto in uno dei siti è preferibile rispetto alle altre.
E’ opportuno ribadire che la relazione non è nelle mani del direttore generale Annarosa Barbati da oltre due settimane: il direttore ha contribuito a redigere la relazione in quanto presidente della Commissione. In seguito al deposito della stessa, tutti i consiglieri ne hanno ricevuto copia contemporaneamente.
La discussione del consiglio, poi, si è svolta in modo sereno e tranquillo. I consiglieri D’Ercole e Della Marra hanno mosso una serie di rilievi per segnalare quelli che – a loro dire – rappresenterebbero errori formali.
Il confronto sull’opportunità di decidere o di attendere qualche giorno per favorire una serie di approfondimenti, si è protratta oltre le previsioni, tanto da costringere la maggioranza dei consiglieri a lasciare la sede dell’Ato Rifiuti per impegni concomitanti ed inderogabili.
La decisione sarà assunta – auspico attraverso una votazione unanime – nel corso del prossimo consiglio e favorirà la definizione del piano industriale: l’individuazione del sito per la realizzazione di un impianto per il trattamento della frazione organica è fondamentale per la definizione della tariffa.
Il Presidente
Valentino Tropeano