Importante provvedimento del Tribunale di Avellino che ha sancito il diritto di un risparmiatore, intestatario di buoni fruttiferi postali, a riscuotere gli importi riportati nella tabella posta nel retro dei buoni, pari a oltre 110.000 euro, e non gli importi inferiori riconosciuti da Poste Italiane pari a soli 55.000 euro.
Il risparmiatore, titolare di due buoni emessi nel 1987, si era visto respingere le proprie richieste di riconoscimento degli interessi riportati nel retro dei buoni a causa di una modifica dei rendimenti avvenuta nel 1986, prima che lui li sottoscrivesse.
La decisione del Tribunale di Avellino, confermando una recente pronuncia della Corte di Cassazione, ha affermato la prevalenza di quanto riportato sul buono fruttifero rispetto alle modifiche apportate con decreto ministeriale in epoca antecedente alla sottoscrizione del buono.
Con questo provvedimento, Poste Italiane è stata condannata a rimborsare al risparmiatore, assistito dagli avvocati Stefano Vozella del Foro di Avellino e Fabio Scarmozzino del Foro di Torino, gli interessi previsti sul proprio buono e non quelli inizialmente riconosciuti da Poste Italiane.
In tal modo il risparmiatore è riuscito a farsi riconoscere circa il doppio di quanto voleva corrispondere Poste.
Si tratta di un importante decisione per le migliaia di titolari di buoni postali che in questi anni, decorsi i trent’anni dalla sottoscrizione, si sono recati presso gli uffici postali e che, ignari dei propri diritti, si sono visti riconoscere importi inferiori rispetto ai rendimenti previsti nel buono.
A tal fine è opportuno che ogni persona in possesso di un buono emesso dopo il giugno del 1986 faccia esaminare lo stesso per capire se ha diritto a farsi corrispondere un importo maggiore rispetto a quanto determinato da Poste e ciò anche se il buono è già stato incassato.