In queste ore già difficili per la scuola, causa emergenza Coronavirus, una triste notizia scuote l’ambiente scolastico del baianese, la prematura morte dell’insegnante Patrizia Ierardi, docente di matematica e scienze presso la scuola media Alda Merini di Sperone. Pubblichiamo il ricordo di una collega, Antonella Venezia, in un giorno triste per la scuola del baianese.
Scrivo senza sapere cosa e come esprimere il dolore che ha colpito la scuola media di Sperone: una intera comunità a lutto. Se n’è andata in punta di piedi, con la discrezione che ha accompagnato ogni suo gesto, la professoressa Patrizia Ierardi, docente di matematica e scienze dell’istituto di via dei Funari, già da molti anni. Avrebbe potuto insegnare al suo paese, Cicciano, o magari andare a Baiano, alla sede centrale, ma non ha mai voluto. A chi glielo chiedeva, la risposta era sempre la stessa: “Il mio posto è a Sperone”. Un cancro feroce se l’è portata via in poco tempo, lasciando attoniti chi l’ha conosciuta. Da oggi si susseguono messaggi e telefonate di colleghi, genitori, alunni.
Quando è stata costretta a interrompere l’attività didattica per la malattia, i nostri ragazzi non si sono mai rassegnati. La domanda, ricorrente, era: “Come sta? Non è grave, vero?”. E noi, colleghi, costretti a dissimulare la preoccupazione, tentavamo di tranquillizzarli. Un ragazzino di prima media, seguito dalla docente di sostegno, non mancava mai di chiedere: “Ma quando torna la mia professoressa? Io l’aspetto”.
Un senso del dovere oltre il consueto, quasi maniacale nel rispettare la legge. La voglia di dedicarsi ai più fragili, perché è quello che dà senso e significato al nostro lavoro. Sapeva andare in profondità come pochi di noi, Patrizia; saranno stati i suoi brillanti studi in Geologia, svolti nella sede storica di San Marcellino, a Napoli, che ricordava sempre con toni nostalgici. Ha combattuto fino alla fine, non solo per se stessa, ma soprattutto per il marito Pasquale e il figlio, il piccolo Giuseppe. L’ultima volta che l’ho vista, a Cicciano, il suo pensiero era per i suoi grandi amori, la scuola e la famiglia. Spirito combattivo, amava la vita e adorava il suo lavoro. Quando compì 50 anni, volle festeggiare a Sperone, in quella che allora era la nostra sala docenti: resta una fotografia, oggi ancora appesa nella scuola, con la scritta “La forza delle donne”: non sapevamo, allora, che quella forza sarebbe stata la sua cifra di vita fino all’epilogo, che oggi nessuno riesce ad accettare. Anche se non insegno più a Sperone, credo tuttavia di poter parlare a nome del corpo docente nel chiedere al preside Vincenzo Serpico, che non ha mai fatto mancare il suo sollecito interessamento, e al sindaco Marco Alaia, che ha conosciuto la professoressa sia come primo cittadino che come genitore, di intitolare il laboratorio di informatica della sede speronese a Patrizia Ierardi. Lei, di carattere riservato, non avrebbe voluto, ma è giusto e doveroso lasciare una traccia di chi si è speso tanto per la scuola. Insegnare significa prima di tutto tracciare un segno e lei lo ha fatto nel cuore di quanti l’hanno conosciuta.
Ciao, Patrizia.